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Omicidi Chiesa Rossa / Via San Giacomo

Omicidio di Adriana Signorelli, il marito Aurelio Galluccio fa scena muta davanti ai giudici

L'uomo è accusato di aver ucciso la moglie con diverse coltellate su collo e schiena

Aurelio Galluccio non parla con il gip di Milano Maria Vicidomini. Così, l'uomo accusato dell'omicidio di Adriana Signorelli, ha fatto scena muto durante linterrogatorio nel carcere di San Vittore. Assistito da un legale di ufficio, l'avvocato Federico Magnante, l'uomo non ha aperto bocca avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Il giudice, forse già in giornata, deciderà sulla richiesta di convalida del fermo e della custodia cautelare in carcere avanzata dal pm Monia Di Marco.

La corsia preferenziale per i reati di genere, soprannominata "codice rosso" con termine mutuato dall'uso nei pronto soccorso, non è stata sufficiente a Adriana per salvare la sua vita. La donna è stata uccisa a coltellate dall'ex marito  Galluccio in casa, nella notte tra sabato 31 agosto e domenica 1 settembre.

E' stata trovata per terra in cucina. La maggior parte delle coltellate alla schiena, almeno due al collo. Poi, come si sa, Aurelio ha investito con la sua Citroen C3 la figlia dell'ex moglie e i poliziotti intervenuti in via San Giacomo, e per questo è stato arrestato per il loro tentato omicidio; poi è stato anche sottoposto al fermo per omicidio.

Successivamente si è saputo che Aurelio era sottoposto ad obbligo di firma al commissariato Ticinese e che, da pochi giorni, era stato attivato il nuovo "codice rosso" perché l'uomo aveva perpetrato minacce nei confronti della sua ex moglie.

L'omicidio e il racconto dei vicini

Nel condominio al civico 4 di via San Giacomo, a Milano, i residenti avevano addirittura istituito una chat su Whatsapp per segnalare i movimenti sospetti di Galluccio. Questo perché a novembre 2018, il 65enne aveva minacciato e rischiato di incendiare il palazzo con un bombola d'ossigeno e perché il suo atteggiamento violento contro la moglie era noto a tutti.

Ora che la donna è stata uccisa con diverse coltellate sulla schiena nel suo appartamento e che lui è stato arrestato dalla polizia, a tutti sembra una tragedia annunciata. Una tragedia che, forse, si poteva evitare. Sebbene le manette, in un primo momento, siano arrivate per il tentato omicidio di alcuni agenti che Galluccio ha cercato di travolgere sul luogo del delitto. E poi, nel pomeriggio di domenica, per l'omicidio aggravato della moglie.

Video: il cadavere della donna viene portato via

La paura dei vicini di casa: "Stava per fare una strage"

"Dopo novembre, era tornato nel condominio come se nulla fosse e tutti i residenti eravamo entrati nello sconforto e nella paura", racconta a MilanoToday una vicina di casa che preferisce mantenere l'anonimato. Quel giorno, era sabato 17 (novembre 2018, n.d.r), incendiò la porta dell'appartamento della moglie 59enne alla quale poco prima aveva anche rubato l'automobile. "Andò a fuoco la parte superiore del palazzo ed è stato necessario evacuare l'intero stabile", ricorda la condomina, che aggiunge: “Poteva essere una strage". 

Dopo l'episodio, Galluccio era stato fermato in una sala slot. Poi era finito nel reparto di psichiatria del San Paolo. Lo stesso ospedale dov'è adesso è piantonato dopo la scoperta del cadavere di Adriana Signorelli.

Omicidio a Milano: killer tenta di investire la polizia (Di D. Bennati)

"Si tratta di una palazzina di case ex popolari, tutti gli appartamenti sono stati riscattatati tranne pochi: tra questi quello dell'omicida", ricostruisce ancora la residente. "L'unico modo in cui noi condomini ci siamo difesi e tenuti in contatto è stata quella chat. Abbiamo vissuto nella paura. Nonostante avessero conoscenza di chi fosse il soggetto - si sfoga - le istituzioni ci hanno lasciati soli". 

Omicidio via San Giacomo a Milano. Polizia e Scientifica di Daniele Bennati (6)

Già nella primavera del 2012, Galluccio, nonostante fosse ai domiciliari si era recato al Policlinico di Milano dopo una lite con Adriana. Per tornare a casa, il 65enne aveva pensato bene di rubare un'ambulanza dall'ospedale. Due anni dopo, nel 2014, era finito in carcere per maltrattamenti in famiglia quando, appena un mese prima, era stato scarcerato per aver picchiato il figlio della 59enne. 

Adriana Signorelli conosceva bene la natura violenta del 65enne ma probabilmente, come capita spesso in questi casi, non aveva la forza, né l'appoggio necessario, per tagliare definitamente i ponti. Una frase pubblicata su Facebook da Adriana ad aprile, suona oggi come una amara verità: "Dietro ogni donna triste, c'è sempre un uomo coglione". 

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