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Omicidi Ponte Lambro / Via Carlo Parea

La madre che ha ucciso la sua bambina abbandonandola in casa: "Per me era un peso"

Secondo i pm Alessia Pifferi è una donna "senza scrupoli e capace di ogni atrocità"

Avrebbe mentito a sua madre dicendole che la nipotina stava bene, mentre invece si trovava sola nella casa di via Parea dove è morta, con tutta probabilità, di stenti. Al compagno ha riferito che la bambina si trovava al mare. Ed è una bugia anche quella secondo la quale nelle sue intenzioni sarebbe dovuta rimanere lontano da casa solo per un giorno: ha lasciato Milano con due valigie piene di abiti. Per i pm,  Alessia Pifferi, la donna arrestata per l'omicidio volontario aggravato della sua bambina, 37 anni, è  "senza scrupoli e capace di ogni atrocità".

La 37enne si trovava nella Bergamasca e andava a passeggio col compagno mentre la piccola Diana, 18 mesi, moriva in solitudine, si crede disidratata e di fame: per quei 6 lunghi giorni la madre le aveva lasciato soltanto un biberon di latte nel suo lettino da campeggio. I vicini sostengono di non aver mai sentito piangere la bambina e il sospetto è che nel latte ci fosse benzodiazepine, uno psicofarmaco che è stato trovato all'interno dell'abitazione. A stabilirlo sarà l'esame tossicologico disposto sul biberon.

Alla nonna e, sembra, anche alla sorella, Pifferi evitava di far vedere la piccola, inventando scuse. La bambina era nata settimina nella casa del compagno bergamasco, che non è il padre. "Non mi ero accorta di essere incinta e non so chi sia il padre", ha raccontato la donna alla polizia. Ma anche queste sembrerebbero le ennesime bugie. Della sua bambina avrebbe invece detto che era "un peso", che le impediva di "riprendersi la sua libertà".

Venerdì sera, gli abitanti di Ponte Lambro hanno ricordato la piccola Diana con una fiaccolata per le vie del quartiere. "Quanto era bella, gioia mia", hanno detto alcune signore a proposito della bimba, che, come la madre era conosciuta nella zona. Persone di ogni età e provenienza hanno lasciato peluche e palloncini davanti al portone di via Parea. Tanti anche i bambini che hanno urlato il nome della neonata per omaggiarne la memoria.

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