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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le indagini

Stermina la famiglia ma sarebbe 'incompatibile con il carcere'

A sostenerlo sono i difensori di Alessandro Maja, il geometra che ha ucciso moglie, figlia e ferito gravemente il figlio

È saltato l'interrogatorio di Alessandro Maja, 57enne accusato dell'omicidio della moglie Stefania e della figlia Giulia e del tentato omicidio del figlio Nicolò, mercoledì scorso nell'abitazione di famiglia a Samarate (Varese). Le sue condizioni psichiche sarebbero 'incompatibili con il carcere'. A dirlo sono i suoi avvocati difensori, Enrico Milani e Sabrina Lamera. Il 57enne era atteso a Busto Arsizio per l'interrogatorio di garanzia, che ora verrà rinviato a quando Maja sarà in grado di parlare.

Il professionista, stando a quanto emerso nelle ultime ore, la sera prima di compiere la strage in famiglia nella villa di Samarate - uccidendo la moglie e la figlia 16enne, e pensando di uccidere anche il figlio maggiore di 23 anni tuttora ricoverato in gravissime condizioni - aveva chiesto scusa alla ragazza, Giulia. 

Lo aveva detto la ragazza al nonno materno. Un dettaglio che ora assume i contorni della premeditazione. "Papà è venuto da me e mi ha chiesto scusa", aveva raccontato Giulia. Quella stessa notte suo padre ha sferrato colpi di martello contro la moglie, con cui era in crisi da qualche tempo, e i due figli, uccidendo la donna e la ragazza e credendo di avere ucciso anche Niccolò, il figlio più grande. 

Maja non ha risposto alle domande al primo interrogatorio ma, probabilmente, lo farà al secondo. Sulle prime, ricoverato in ospedale, era stato sentito urlare "ci sono riuscito", mentre le sue uniche frasi successive mostravano segni di smarrimento ("sono un mostro", avrebbe detto). La famiglia si sta stringendo intorno a Niccolò, nella speranza che ce la faccia. Le sue condizioni sarebbero stabili e desterebbero nei medici minor preoccupazione che nei primi attimi di intervento dei soccorsi. 

Il 'quadro familiare' emerso dai racconti dei parenti sarebbe quello di una situazione più tesa del solito. Maja si sarebbe più volte lamentato delle spese in famiglia, della situazione del suo studio professionale dopo il covid, dei conti economici. Un clima che, secondo quanto viene raccontato, avrebbe fatto scaturire litigi negli ultimi tempi. La scena del crimine presentava sangue ovunque nella casa, ma soprattutto vicino al divano, dov'è stata uccisa la moglie Stefania Pivetta, e nelle camere da letto dei figli della coppia.

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