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Omicidi Cesano Boscone / Via dei Tigli

Mongi e l'uomo ammazzato sotto casa della ex moglie: "Ho difeso la mamma di mio figlio"

La ricostruzione dell'omicidio di Cesano Boscone. Fermato un 56enne, con numerosi precedenti. Morto un 39enne, uscito dal carcere un anno fa

Quando si è presentato in caserma, poco dopo le undici di sera, non sapeva neanche se l'uomo che aveva accoltellato era vivo o morto. Davanti ai carabinieri, senza nessun particolare rimorso, ha ammesso quello che aveva fatto. E ha confermato, senza troppi giri di parole, che sarebbe stato pronto a farlo ancora una volta. 

È stato fermato, con l'accusa di omicidio aggravato, il presunto killer di Luigi Danesi, l'uomo di 36 anni ucciso a Cesano Boscone con una coltellata alla gola. In manette è finito "Mongi", un tunisino di 56 anni che vive tra il quartiere degli Olmi e la zona di Cesano, arrivato in Italia nel 1978 e con alle spalle 25 anni totali di carcere accumulati con condanne per spaccio, traffico di droga, lesioni personali. Sembra che "Mongi" e Danesi - anche lui con precedenti per droga e reati contro il patrimonio - non si conoscessero neanche, ma a legare le loro vite c'era una donna: una 39enne che tre anni fa aveva sposato la vittima mentre era nel carcere di Opera e che 13 anni fa ha avuto un figlio dal 56enne. 

Nel primo pomeriggio di domenica, stando a quanto ricostruito dai carabinieri di Corsico, guidati da Domenico La Padula e Armando Laviola, Danesi sarebbe arrivato in taxi fuori casa della ex compagna, un appartamento popolare nell'ex stabile Aler tra via dei Tigli e via delle Magnolie. Dopo poco, i due avrebbero cominciato a discutere proprio per la separazione, ormai ufficiale, e per delle richieste di denaro che l'uomo avrebbe fatto alla donna. Secondo il racconto della 39enne, ci sarebbe stata anche un'aggressione, scattata proprio mentre il presunto assassino tornava dal vicino centro commerciale. 

Il 56enne, dopo aver sentito le richieste d'aiuto della mamma di suo figlio, sarebbe quindi intervenuto, avrebbe recuperato un coltello nascosto in giardino - con una lama di 20 centimetri - e avrebbe sferrato un fendente alla gola del rivale. Senza preoccuparsi delle sue condizioni, si sarebbe poi allontanato dicendo alla donna di allertare il 118, cosa che lei ha effettivamente fatto, cercando anche di tamponare la ferita della vittima. Quando soccorritori e militari sono arrivati sul posto, lei avrebbe detto di aver assistito all'omicidio dal balcone, ma poi è "crollata" e ha raccontato tutta la verità. Così è partita la caccia all'uomo, con i carabinieri che pian piano hanno stretto il cerchio attorno a "Mongi", nome con cui - tra i vari alias - il presunto killer era conosciuto in zona Olmi, dove poteva contare su vari appoggi per passare le notti. 

In serata, è stato lui stesso a presentarsi dagli investigatori. Secondo quanto ha raccontato, lui e la 39enne non stavano ormai più insieme ma avevano mantenuto ottimi rapporti per la gestione del 13enne, tanto che ha confessato di aver "semplicemente" difeso la mamma di suo figlio. Una volta in caserma, ha fornito la sua versione dei fatti e ha poi portato i militari nel "Parco natura" di Cesano, dove ha fatto ritrovare la lama usata per l'omicidio. Per lui si sono riaperte le porte del carcere di San Vittore. 

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