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Venerdì, 19 Aprile 2024
Omicidi

La madre che ha ucciso sua figlia abbandonandola in casa resta in carcere

L'accusa di omicidio volontario. Il gip esclude la premeditazione

Resta in carcere Alessia Pifferi, la 37enne che ha fatto morire la figlia Diana, di 18 mesi, lasciandola in casa da sola per oltre sei giorni. Il gip di Milano Fabrizio Filice ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere per omicidio volontario nella forma omissiva aggravato dai futili motivi. Il giudice ha escluso l'aggravante della premeditazione contestata dalla procura, qualificando l'omicidio volontario nell'ipotesi dell'omissione.

Secondo i pm,  Alessia Pifferi, la donna arrestata per l'omicidio volontario della sua bambina, è"senza scrupoli e capace di ogni atrocità". La 37enne si trovava nella Bergamasca con il suo compagno mentre la piccola Diana, 16 mesi, moriva in solitudine, si crede disidratata e di fame: per quei 6 lunghi giorni la madre le aveva lasciato soltanto un biberon di latte nel suo lettino da campeggio. I vicini sostengono di non aver mai sentito piangere la bambina e il sospetto è che nel latte ci fosse benzodiazepine, uno psicofarmaco che è stato trovato all'interno dell'abitazione. A stabilirlo sarà l'esame tossicologico disposto sul biberon.

Alla nonna e, sembra, anche alla sorella, Pifferi ultimamente evitava di far vedere la piccola, inventando scuse. La bambina era nata settimina nella casa del compagno bergamasco, che non è il padre. "Non mi ero accorta di essere incinta e non so chi sia il padre", ha raccontato la donna alla polizia. Ma sembrerebbe tutto falso. Della sua bambina avrebbe invece detto che era "un peso", che le impediva di "riprendersi la sua libertà".

Venerdì sera, gli abitanti di Ponte Lambro hanno ricordato la piccola Diana con una fiaccolata per le vie del quartiere. "Quanto era bella, gioia mia", hanno detto alcune signore a proposito della bimba, che, come la madre era conosciuta nella zona. Persone di ogni età e provenienza hanno lasciato peluche e palloncini davanti al portone di via Parea. Tanti anche i bambini che hanno urlato il nome della neonata per omaggiarne la memoria.

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