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Venerdì, 19 Aprile 2024
Omicidi Ponte Lambro / Via Carlo Parea

Le chat di Alessia Pifferi: per lei la piccola Diana era "un peso"

Continuano le indagini sulla morte della bimba lasciata da sola in casa per sei giorni

Un "peso". Quasi un intralcio alla sua vita, un ostacolo ai suoi weekend lontano da casa. Sono state depositate dagli investigatori della squadra mobile le chat estrapolate dal cellulare di Alessia Pifferi, la donna di 37 anni arrestata il 21 luglio scorso con l'accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in un appartamento di via Parea per sei giorni.

Così la piccola Diana poteva essere salvata

Su quanto trovato nel telefono e nei profili della 37enne c'è il più stretto riserbo, ma sembra che le parole della donna conferebbero il quadro finora emerso, che testimonierebbe come la piccola Diana sia stata un "peso" per la madre che soffre - per dirla con le parole del gip Fabrizio Filice - di una "evidente instabilità affettiva recentemente" manifestata "in una forma di dipendenza psicologica dall'attuale compagno, che l'ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze" alla bambina.

E infatti in quei sei giorni in cui la bimba è rimasta da sola in casa, la Pifferi - stando alle indagini - era proprio dal compagno in provincia di Bergamo, nella speranza di recuperare il rapporto con lui. 

Intanto lo stesso Gip ha rigettato la richiesta di accesso in carcere del professor Pietro Pietrini, ordinario di biochimica clinica e biologia molecolare clinica all'università di Pisa, uno dei due docenti incaricati dalla difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica su Alessia Pifferi, che per ora risponde di omicidio volontario aggravato. La decisione, che risale alle scorse settimane, è stata presa dal giudice in quanto non ha ravvisato, allo stato delle indagini, motivi validi per consentire i colloqui, al di là di quelli con i legali, con persone esterne e medici ai fini di una consulenza tecnica sullo stato di salute mentale della donna.

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