Imprenditore ucciso con 11 colpi di pistola a Cernusco: tre ergastoli per l'omicidio
La pm Maura Ripamonti aveva chiesto il carcere a vita per i tre imputati
Ergastolo: Edoardo Sabbatino, Leonardo La Grassa e Giuseppe Del Bravo sono stati condannati dalla Corte d'Assise per l'omicidio di Donato Carbone. L'omicidio del 63enne Carbone è avvenuto il 16 ottobre 2019 a Cernusco sul Naviglio (Milano) all'interno di un box in via don Milani. L'uomo venne ucciso con 11 colpi di pistola: secondo le indagini dei carabinieri, a sparare fu Sabbatino mentre il mandante fu La Grassa. Del Bravo è accusato di concorso in omicidio aggravato, porto abusivo di arma clandestina, ricettazione in concorso. La pm Maura Ripamonti aveva chiesto il carcere a vita per i tre imputati.
L'esecutore materiale venne individuato attraverso le telecamere di sorveglianza con cui i militari "seguirono" l'auto a posteriori, e identificato per la particolare tuta indossata il giorno dell'omicidio. Il mandante era invece noto alla stazione dei carabinieri di Cologno Monzese (nel suo passato ventidue anni in carcere per traffico di droga), per cui la sua identificazione non è stata difficile. La ricostruzione del nucleo investigativo dei carabinieri afferma che Sabbatino (sedici anni di reclusione nel suo "curriculum") seguì la vittima dentro il box a bordo di un'auto rubata la sera stessa; esplose poi tre colpi all'indirizzo con una pistola poi inceppatasi, e sparò ancora con un'altra pistola di scorta.
Video: i carabinieri hanno "pedinato" il killer
Subito dopo, insieme a Del Bravo, l'omicida incontrò La Grassa in un bar di Cologno Monzese e gli consegnò le armi, che il secondo nascose gettandole in un canale dove vennero ritrovate. La vittima è un ex imprenditore edile con un solo, piccolo precedente di polizia di quarant'anni prima. Quando fu ucciso stava rincasando dopo aver fatto la spesa. Secondo le indagini, il movente dell'omicidio sarebbe da ricercarsi in una vendetta nell'ambito di un giro di usura a cui partecipavano sia Carbone sia La Grassa. Il terzo arresto venne effettuato successivamente e riguardò Del Bravo, considerato un "tramite" tra mandante ed esecutore.
