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Omicidi Ponte Lambro / Via Carlo Parea

"Ciao piccolina", la fiaccolata per la bambina uccisa dalla madre

A Ponte Lambro persone di ogni età e provenienza si sono riunite per ricordare la bimba

"Ciao piccolina". Così una bambina con la voce rotta dal pianto ne saluta un'altra che non potrà mai diventare grande. È uno degli ultimi e più raccolti momenti della fiaccolata per ricordare Diana, la bambina di 18 mesi abbandonata da sola in casa dalla madre per sei giorni e morta probabilmente di sete e di fame. La veglia, organizzata in modo spontaneo dagli abitanti del quartiere, si è svolta a partire dalle 21 di venerdì 22 luglio nella zona attorno a via Parea, Ponte Lambro, dove la piccola viveva.

Fiaccolata per la piccola Diana (foto Dragotto/MilanoToday)

Al raduno nella piazza del mercato comunale si fa fatica a fare il minuto di silenzio al quale richiama suor Manuela, perché i moltissimi bambini presenti, piangono, gridano e giocano, ignari di cosa stia succedendo. Impossibile non pensare a lei, che invece parrebbe non sia nemmeno riuscita a piangere prima di andarsene. O almeno nessuno l'ha sentita, come continuano a ripetere i vicini. C'è tanta rabbia per un gesto che è impossibile anche solo tentare di spiegare. Ma c'è anche molta commozione per quella bambina. "Era bellissima, gioia mia", dice una signora con accento siciliano, "ho fatto vedere la sua foto a mio padre ed è scoppiato a piangere".

Fiaccolata per Diana (video Dragotto /MilanoToday)

"Non è un quartiere dove regna l'indifferenza questo - afferma il presidente del Municipio 4, Stefano Bianco, presente alla marcia -. Ne è la prova questa iniziativa: tutti sono qui per la piccola Diana. Quello che è successo ci getta nello sgomento e ci obbliga a interrogarci su come sia possibile evitare tragedie simili. Questo è un queriere con problematiche sociali e di poverà, ma anche con una storia di forte coesione e attenzione reciproca". E in effetti madre e bimba erano conosciute da molti residenti. Nessuno però, pur giudicando strani alcuni comportamenti della donna, si sarebbe mai aspettato che accadesse qualcosa del genere. "Due settimane fa ho visto mamma e figlia a fare colazione al bar", ci dice incredulo un signore anziano che alcuni provano a consolare con un abbraccio.

"Quando una cosa così succede nel tuo quartiere, non riesci a crederci", dice un'altra donna, "io spero che sia spirata subito, che non abbia sofferto". "Perché non l'ha portata a una vicina? Perché non ha chiamato davvero la sorella? Perché non l'ha data via se non la voleva?", chiedono due signore. Domande forse destinate a rimanere senza risposta. Non tutti, poi, riescono a dare voce a quello che sentono di fronte a questo orrore. C'è chi davanti alla casa di via Parea 26, dove si è consumato il dramma, appende altri palloncini bianchi e appoggia per terra lumini e peluche. C'è chi prega e si abbandona a un pianto sommesso. "Ciao Diana, qui c'è tutta Ponte Lambro", urla una signora. "Forza Diana, forza Diana", ripete un gruppo di bambini. Un antidoto arrivato troppo tardi per curare la solitudine di quella culla dove la piccola ha perso la sua vita appena iniziata.

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