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I funerali del piccolo ucciso dal padre

"Daniele era dolcezza, vivacità, era puro amore"

Il funerale del piccolo di 7 anni ucciso dal padre e nascosto nell'armadio

"Daniele era dolcezza, vivacità, era puro amore". A parlare è lo zio di Daniele Paitoni, il bimbo di 7 anni ucciso dal padre nella sua casa di Morazzone (Varese), il primo gennaio, al termine della celebrazione del funerale del piccolo, celebrato venerdì pomeriggio nella parrocchia di Schianno (Varese).

Le sue parole sono il ringraziamento della famiglia del piccolo, mamma Silvia, nonna Mariangela e nonno Davide, alla comunità. "In questi giorni bui sono stati tanti i messaggi affettuosi e calorosi, infinite le telefonate, le visite", ha proseguito davanti alla bara bianca. "Inoltre vogliamo ringraziare per il lavoro svolto le forze dell'ordine, in particolar modo i carabinieri di Azzate che, vicini e commossi hanno lavorato al caso con impegno e calore".

Poi ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alle operazioni di soccorso e che sono sempre rimasta vicini alla famiglia. "Un grazie va a te, piccolo grande Daniele, per averci accompagnati in questo strano e a volte crudele viaggio, che é la vita", ha concluso. Poco dopo applausi e palloncini liberati in aria.

La discussione attorno all'omicidio

Il caso di Davide Paitoni che ha ucciso il figlio e lo ha nascosto in un armadio per poi tentare di uccidere anche la moglie da cui si stava separando, fa discutere. Ci si chiede in particolare come mai l'uomo potesse vedere il figlio visto che era agli arresti domiciliari e, da quel che si è saputo, pendeva su di lui l'accusa di avere tentato di uccidere un collega di lavoro.

È dovuto intervenire il presidente del tribunale di Varese, Cesare Tacconi, spiegando che l'uomo non era considerato socialmente pericoloso. Si trovava infatti ai domiciliari, con ordinanza del 29 novembre firmata dalla gip Anna Giorgetti, per il rischio d'inquinare le prove. Secondo l'ordinanza avrebbe potuto avere contatti esclusivamente con i familiari conviventi, dunque con il padre (il nonno di Daniele). A quel punto l'avvocato di Paitoni ha presentato istanza perché l'uomo potesse vedere il figlio.

E, il 6 dicembre, l'istanza è stata accolta dal gip di Varese. Si è anche saputo che la donna aveva denunciato due volte il suo ex, e che la procura aveva anche attivato il cosiddetto 'codice rosso', ma Tacconi, presidente del tribunale, ha replicato che le denunce non erano ancora arrivate negli uffici dei giudici, e che non vi era ancora una separazione formale in corso tra i coniugi. Dalla lettura dell'ordinanza del 29 novembre si evince che il pm, chiedendo i domiciliari, aveva reso noto che vi erano state denunce per maltrattamenti e lesioni da parte della sua ex, da cui è di fatto separato dal 2019. Tanto che la gip scriveva che quei carichi pendenti avrebbero potuto risolversi anche a favore di Paitoni. Non aveva, la gip, elementi per concludere che l'uomo fosse realmente pericoloso.

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