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Giovedì, 25 Aprile 2024
Omicidi Fiera / Via Giovanni Prati

Ucciso e fatto a pezzi durante una grigliata, identificata la vittima: un 23enne colombiano

Si tratta di Cristian Giovanny Tautiva Hernandez, è stato identificato grazie a un pollice

È stato identificato il ragazzo ucciso, fatto a pezzi e carbonizzato trovato nella serata di sabato 30 marzo in via Cascina dei Prati a Milano. Si tratta di Cristian Giovanny Tautiva Hernandez, 23enne colombiano. 

Gli agenti della questura di Milano lo hanno identificato grazie all'impronta di un pollice che non era stato carbonizzato dalle fiamme. La Squadra mobile ha ricevuto il riscontro dalla divisione "Sirene" del servizio di cooperazione internazionale, Cristian Giovanny Tautiva Hernandez.

Gli investigatori stanno ancora indagando per ricostruire l'esatto movente e la ripartizione delle responsabilità per l'omicidio e l'occultamento del cadavere tra i tre colombiani fermati. Secondo una prima versione Tautiva Hernandez sarebbe stato ucciso perché avrebbe avvertito un ragazzo che qualcuno lo stava cercando.

Milano, trovato cadavere carbonizzato e decapitato (B&V Photographers)

Chi sono i presunti killer colombiani

I primi due presunti responsabili — il 21enne Jhonathan Hernandez Vega e il 38enne William Gomez Arango — sono stati rintracciati dagli agenti della questura di Milano domenica pomeriggio, meno di 24 ore dall'efferato omicidio. Il terzo uomo — un ragazzo di 21 anni: Dilan Mateus Carddenas —, invece, è stato fermato nel pomeriggio di lunedì.

Jhonathan Hernandez Vega, in Italia da circa un mese, è stato fermato all'aeroporto di Malpensa nel pomeriggio di domenica 31 marzo. Le manette sono scattate intorno alle 18, mentre si stava per imbarcare su un volo diretto a Madrid: è stato fermato dopo i controlli, stava per salire a bordo del velivolo; è stato bloccato anche il volo perché il suo bagaglio era già stato caricato in stiva.

William Gomez Arango (38 anni) invece, è stato fermato nei pressi della sua abitazione mentre stava vagando senza meta. L'uomo si trova in Italia da molti anni ed è in possesso di un regolare permesso di soggiorno, alle spalle avrebbe alcuni precedenti per furto. E poi c'è il 20enne fermato in Francia.

Dilan Mateus Carddenas è stato fermato nel pomeriggio di lunedì 1° aprile in un albergo di Rungis in Francia, a due passi dallo scalo di Parigi-Orly: fermato dalla polizia francese in esecuzione di un mandato d'arresto europeo emesso dal tribunale di Milano.

I più giovani sono accusati di omicidio aggravato dalla crudeltà, il 38enne di occultamento e vilipendio di cadavere. Secondo gli investigatori, non sarebbero legati a nessuna gang e pare non facciano parte del mondo del traffico di sostanze stupefacenti.

La grigliata di compleanno e l'omicidio

Secondo quanto risulta dagli atti l'omicidio sarebbe avvenuto poco prima del ritrovamento del cadavere in una villetta bifamiliare al civico 11 di via Carlo Carrà in cui vivono Gomez Arango e la madre e dove era stata organizzata una grigliata per il suo 38esimo compleanno. Stando a quanto riferito agli investigatori dalla compagna del 38enne — teste ritenuta attendibile dai giudici — lei e  Gomez Arango si sarebbero allontanati per mettersi alla ricerca "di un altro colombiano di nome Tony, che aveva avuto un litigio telefonico" con Hernandez Vega e Carddenas. Litigio probabilmente legato a un "tentato omicidio" che uno dei due avrebbe subìto dallo stesso Tony in Argentina.

Mentre erano in corso le ricerche i "due uomini rimasti nella casa" — Hernandez Vega e Carddenas — avrebbero ucciso Cristian "per punirlo del fatto che si era messo in contatto con Tony" attraverso un "messaggio di nascosto" che lo avrebbe aiutato a scappare da Gomez Arango e dalla compagna che avrebbero voluto portarlo a casa per un "chiarimento".

Tornati nell'abitazione questi ultimi avrebbero visto i due 21enni dentro a un capanno nel cortile, accanto a loro ci sarebbe stato il "corpo di Cristian che mostrava la gola tagliata e il petto sanguinante". A quel punto Gomez avrebbe aiutato gli altri due "a smembrare il cadavere", a riporlo in una valigia per poi trasportarlo nel luogo dove è stato trovato carbonizzato.

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