Uccide la compagna, vive in casa col cadavere e poi fugge a Milano: preso il killer di Lidia
Il corpo di Lidia Peschechera, 49 anni, scoperto mercoledì a Pavia. Il killer fermato a Milano
L'avrebbe uccisa al termine dell'ennesimo litigio. L'avrebbe strangolata e l'avrebbe lasciata nella vasca da bagno per giorni, continuando a vivere in casa sua e continuando a usare il suo telefono per non destare sospetti. Quindi, dopo 3 giorni da orrore, sarebbe scappato a Milano, forse convinto di averla ormai fatta franca. Ma proprio sotto la Madonnina la sua fuga è finita.
I carabinieri del nucleo investigativo di Pavia hanno fermato mercoledì sera un ragazzo di 28 anni - A.N., senza fissa dimora e con problemi di alcolismo - con l'accusa di essere l'assassino di Lidia Peschechera, la donna di 49 anni trovata morta poche ore prima nel suo appartamento al civico 4 di via De Pretis, in zona Ticinello a Pavia.
Il corpo nella vasca da bagno
L’allarme era stato lanciato dal datore di lavoro della donna, preoccupato perché da giorni la 49enne non si presentava più al lavoro e non rispondeva al telefono. Da quello stesso cellulare, però, l'uomo aveva ricevuto alcuni messaggi che gli erano apparsi strani, tanto che aveva deciso di avvisare anche l'ex marito di Lidia e insieme erano andati a controllare a casa sua che non fosse successo nulla.
Dopo non aver ricevuto risposta, i due avevano chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Pompieri e carabinieri erano riusciti a far ingresso nell'abitazione dalla finestra e una volta all'interno avevano trovato il corpo della 49enne nella vasca, già in stato di decomposizione e coperto da una asciugamano.
L'omicidio e la 'veglia'
Il lavoro dei militari è quindi subito partito dagli ultimi contatti di Lidia, che lavorava a Pieve Emanuele ed era una storica attivista per i diritti degli animali molto nota nell'ambiente. I carabinieri hanno così scoperto di una relazione nata da poco proprio con il 28enne, che però aveva più volte avuto comportamenti violenti, al punto che la donna aveva confidato ad una amica l’intenzione di allontanarlo da casa, dove aveva iniziato a ospitarlo.
Gli investigatori hanno a quel punto intercettato i telefoni del giovane e lo hanno rintracciato nei pressi di un ostello di via Doria a Milano, in zona stazione Centrale. Addosso i carabinieri gli hanno trovato numerose carte bancomat e tessere spesa, un cellulare Samsung e 190 euro, mentre nella camera affittata sono stati sequestrati documenti della vittima e un mazzo di chiavi dell’abitazione di via De Pretis.
Il presunto killer, interrogato dai pm Mario Venditti e Diletta Balduzzi, ha confessato che il 12 febbraio al termine di una lite aveva strangolato Lidia nella vasca da bagno. Nel suo racconto dell'orrore, il giovane ha spiegato di aver continuato a vivere nell'abitazione fino al 15 febbraio, nonostante la presenza del cadavere, e di aver inviato messaggi dal cellulare della 49enne al datore di lavoro per non allarmarlo.
Ricostruito il puzzle, la procura ha emesso un decreto di fermo per il reato di omicidio volontario aggravato e il 28enne è stato portato nel carcere di Pavia.