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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Omicidi San Donato Milanese / Via Rodolfo Morandi

Il presunto killer del medico può uccidere ancora

Benedetto Bifronte, in manette per l'omicidio del medico Giorgio Falcetto, resta in carcere. Per il Gip c'è il rischio di reiterazione del reato

Lucido, perfettamente in grado di intendere e di volere. E, potenzialmente, capace di colpire ancora. Deve restare in carcere per omicidio volontario Benedetto Bifronte, il 62enne originario di Messina ma residente da anni a Rozzano che martedì mattina ha colpito alla testa con un'accetta fuori dal pronto soccorso del Policlinico di San Donato il medico Giorgio Falcetto, 76 anni, morto mercoledì sera dopo 30 ore di agonia. 

Lo ha deciso il gip di Milano che, accogliendo la richiesta del pm di turno, ha convalidato il fermo emesso dai carabinieri subito dopo l'assalto e disposto la custodia cautelare per l'uomo che giovedì pomeriggio nell'interrogatorio davanti al giudice è rimasto in silenzio. Stando all'ordinanza del giudice per le indagini preliminari, sussiste il pericolo di reiterazione del reato, anche perché Bifronte viene descritto come una persona incapace di controllare i propri impulsi di aggressività, come dimostra anche il fatto che girava con un'accetta nel bagagliaio della sua auto. 

Tra l'altro, viene chiarito sempre nel provvedimento, allo stato non si può dubitare della capacità di intendere e di volere del 62enne, anche perché nel suo passato non ci sono disturbi psichiatrici segnalati. I carabinieri sono ancora al lavoro per ricostruire con precisione soprattutto le cause di un omicidio tanto brutale. Il punto di partenza restano le dichiarazioni spontanee rese dallo stesso presunto assassino al momento del fermo, ma non in presenza del pm Giovanni Polizzi. 

Medico colpito alla testa con un machete a San Donato (foto Guarino/MilanoToday)

Il 62enne - che gli investigatori narrano come un uomo ai limiti dell'ipocondria, con numerosi accessi in pronto soccorso negli anni - sarebbe andato in ospedale per un malore alle 10 di martedì mattina, ma sarebbe uscito dopo aver visto che c'erano troppe persone in attesa. Lì avrebbe incontrato il dottore che stava smontando dal turno di notte. Lo avrebbe riconosciuto, pur non ricordando il nome, e lo avrebbe accusato di alcune cure di una visita di quasi due anni prima, che secondo lui gli avrebbero causato dei problemi di salute. A discussione finita, sarebbe risalito sulla sua Alfa 147, che era in una zona in realtà interdetta alle auto private, e facendo retromarcia - lui ha giurato non volontariamente - avrebbe centrato la Chevrolet Aveo bordeaux del dottore, che era stata lasciata momentaneamente in divieto di sosta poco prima dell'ingresso riservato alle ambulanze. 

I due avrebbero quindi ricominciato a discutere, fino a quando Bifronte avrebbe preso un'accetta dalla macchina colpendo almeno due volte alla testa il dottore, che era padre di cinque figli ed era in pensione ma continuava a lavorare come protcologo e chirurgo d'urgenza a contratto. Soccorso immediatamente e trasportato al San Raffaele, il 76enne è morto proprio in ospedale. Dopo la furia omicida, invece, il presunto killer sarebbe risalito in auto e sarebbe scappato. 

I carabinieri avevano rintracciato la sua vettura un paio di ore dopo in via delle Ginestre a Rozzano, paese in cui risiede, ma in via Curiel. Non aveva gli abiti sporchi di sangue - quindi presumibilmente si è cambiato - e non aveva con sé l'accetta, che invece era stata trovata e sequestrata poco lontano in un'intercapedine nel vano scale delle cantine di un altro palazzo. Bifronte, originario di Acquedolci, che risulta divorziato dal 2020 ed è padre di un figlio che vive nel Pavese, era stato fermato e poi portato in carcere. 
 

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