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Omicidi Melzo

Madre uccisa e fatta a pezzi: la figlia rimane in silenzio. Il suo legale: "È devastata"

Rosa Fabbiano si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip

Si è trincerata dietro il silenzio Rosa Fabbiano, la donna accusata di aver ucciso la madre 84enne Lucia Cipriano per poi fare a pezzi il corpo e lasciarlo nella vasca da bagno della sua abitazione in via Boves a Melzo. La 58enne, operaia sposata e con due figli, non ha risposto all'interrogatorio del gip avvalendosi della facoltà di non rispondere. "È devastata", il commento dell'avvocato della donna, Daniele Brambilla.

Fabbiano, arrestata con l'accusa di omicidio e vilipendio e occultamento di cadavere, è stata interrogata nella mattinata di domenica 29 maggio nel carcere di San Vittore. Davanti al gip Giulio Fanales, e al procuratore aggiunto Laura Pedio e la pm Elisa Calandrucci che hanno preso parte all'interrogatorio, non ha proferito parola. La 58enne si era già avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al pm Elisa Calanducci che ne aveva disposto il fermo.

"Non ce la facevo più, ho fatto un disastro". Queste erano state le uniche parole di Fabbiano davanti ai carabinieri quando il cadavere dell'anziana madre giovedì era stato trovato a pezzi e in avanzato stato di decomposizione nella vasca da bagno del suo appartamento. Secondo gli inquirenti, la 58enne avrebbe soffocato il gentire col cellophane, per poi smembrare il corpo con una sega da falegname, provando anche a bruciare i resti. Per due mesi avrebbe poi lasciato il cadavere in bagno sotto a un telo di plastica.

In base a quanto ricostruito, la 58enne si era a lungo occupata sia della madre sia del marito disabile. A rinvenire il cadavere i carabinieri della compagnia di Pioltello guidati da Michele Miulli e Antonio Coppola. Secondo il pm, Fabbiano avrebbe accompagnato l'anziana in bagno facendola sdraiare nella vasca, per poi avvolgerle la testa con del cellophane e del nastro adesivo, fino a ucciderla per asfissia. Sono stati rinvenuti sia la plastica sia una sega da falegname, che sarebbe stata utilizzata per fare a pezzi il corpo, oltre a un sacco con dei vestiti della donna parzialmente bruciati.

A far scoprire il corpo era stata un'altra delle tre figlie della pensionata, residente a Trento, che non avendo sue notizie da un po' di tempo, si era preoccupata. La sorella maggiore le aveva detto che l'anziana si trovava ricoverata in una Rsa e che non occorreva scomodarsi, ma lei ha deciso di farle comunque visita. Arrivata a Melzo a casa della madre insieme alla sorella Rosa aveva percepito qualcosa di strano già per il fatto che tutte le finestre fossero spalancate. Quando ha provato ad andare in bagno, poi, è stata subito fermata. Uscite dall'abitazione, la 58enne avrebbe confessato di aver fatto un disastro, chiedendo di essere portata in caserma. Subito dopo poi si sarebbe però pentita iniziando a gridare, scendendo dall'auto e scappando tra i campi. La sorella minore a quel punto aveva chiamato il 112 e i carabinieri avevano trovato la 58enne molto scossa, recandosi poi con lei sul luogo del delitto.

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