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Giovedì, 18 Aprile 2024
Omicidi Melzo

Soffoca la madre e la fa a pezzi nella vasca da bagno. Fermata a Melzo (Milano)

I carabinieri hanno fermato una delle figlie della donna

L'avrebbe accompagnata fino alla vasca da bagno, l'avrebbe distesa dentro, poi avrebbe sigillato un telo di cellophane sopra la vasca e avrebbe fatto morire la madre per asfissia. Infine ne avrebbe sezionato il corpo con una sega, trovata e sequestrata nella casa dell'anziana (Lucia Cipriano, 84 anni) a Melzo, nel Milanese. La figlia maggiore, Rosa Fabbiano, 58 anni, residente a Mediglia con il marito, un figlio e una figlia, è stata fermata dai carabinieri del comando provinciale di Milano. Risponde di omicidio volontario, oltre che di villipendio e occultamento del cadavere. Sulle prime, avrebbe ammesso una qualche responsabilità, per poi trincerarsi, fino a questo momento, nell'assoluto silenzio anche davanti al pm che l'ha interrogata.

Una tragedia familiare di cui gli investigatori devono ancora tracciare esattamente ogni contorno, compresa l'epoca della morte (potrebbe risalire a fine marzo o inizio aprile) e la ragione, da ricercarsi quasi sicuramente nell'assai complessa situazione familiare. Una madre anziana, sola (era separata: l'ex marito vive a San Giorgio Jonico, in Puglia), con difficoltà deambulatorie e probabilmente un principio di difficoltà cognitive. Una figlia che vive poco lontano, impiegata in una maglieria, l'unica ad avere le chiavi di casa della madre e ad occuparsi di lei (e nel frattempo deve occuparsi anche del marito, anche lui con alcune difficoltà). E altre due sorelle: una vive in Trentino, l'altra proprio a Melzo, ma i rapporti non sono frequenti né tra le sorelle né con la madre. 

Alla sorella: "Non puoi andare in bagno"

E' stata, però, proprio la donna che vive in Trentino, 46enne, a capire per prima che qualcosa non andava. Era troppo tempo che non sentiva la madre. Così ha chiamato la sorella maggiore chiedendole dove si trovasse. "E' in Rsa", le ha risposto, "è seguita meglio". L'altra ha voluto comunque venire in Lombardia a trovarla e si è recata nell'abitazione della madre. Si è insospettita quando ha chiesto di usare il bagno e la sorella le ha detto che non era possibile, per poi ammettere genericamente che era successo "un disastro" e chiederle di accompagnarla dai carabinieri. 

Ma, durante il tragitto, è esplosa. Ha fermato la macchina, è uscita e corsa via per i campi. L'altra allora ha chiamato i carabinieri chiedendo aiuto: tutti insieme, lei, la sorella e i militari, sono tornati nella casa dell'anziana. E sono stati proprio i carabinieri, entrando in bagno, a scoprire tutto. Il cadavere era in stato di decomposizione avanzata ed era sezionato. C'era ancora il cellophane. La figlia 58enne avrebbe vagamente ammesso una responsabilità, per poi trincerarsi nel silenzio. Una mezz'ammissione che le è valsa comunque anche la contestazione del reato di omicidio da parte del pm, che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile, almeno in quel momento, attribuirle.

Odori nauseabondi

Tra il momento della morte (probabilmente inizio aprile o fine marzo) e la scoperta, avvenuta adesso, una vicina di casa ha riferito che, a metà del mese di aprile, aveva notato del fumo uscire dalle finestre dell'abitazione. Probabilmente l'incendio degli abiti dell'anziana, ritrovati bruciati in casa. E sempre i vicini hanno descritto odori nauseabondi non riconducibili al fumo. All'arrivo dei carabinieri la casa aveva tutte le finestre spalancate ed era piena di profumatori d'ambiente.

Il lavoro degli investigatori non si ferma. Mentre la 58enne si trova a San Vittore in attesa dell'interrogatorio di garanzia, si attendono gli esiti del medico legale e dell'antropologo forense, per confermare la data indicativa del decesso e il modo in cui l'anziana è stata uccisa. Ed è stata avviata l'analisi sui conti correnti (alcuni intestati solo alla vittima, altri cointestati con le figlie) e sul traffico telefonico della vittima e della sua presunta carnefice, ovvero una delle figlie. 

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