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Omicidi San Donato Milanese / Via Rodolfo Morandi

È morto Giorgio Falcetto, il medico aggredito a colpi di accetta fuori dall'ospedale

Il dottore è morto mercoledì sera in ospedale

Alla fine si è arreso, dopo 36 ore di agonia. È morto Giorgio Falcetto, il dottore di 76 anni aggredito alle 10 di martedì mattina fuori dal pronto soccorso dell'ospedale di San Donato, da dove stava andando via dopo aver finito il suo turno di notte. Il medico - proctologo e chirurgo d'urgenza da oltre 30 anni - era stato colpito con due accettate alla testa da Benedetto Bifronte, un 62enne di Rozzano, poi fermato dai carabinieri proprio nel paese del Milanese dopo un paio di ore di caccia all'uomo. 

Trasportato immediatamente al San Raffaele, dove era stato sottoposto a un delicatissimo intervento neurochirurgico, Falcetto - originario di Biella e laureato nel 1970 a Torino - si è spento nella serata di mercoledì. Le sue condizioni erano date già in peggioramento nel pomeriggio e alla fine non c'è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite causate dai due colpi di accetta ricevuti alla testa.

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Chi è l'assassino

Il suo aggressore si trova invece in carcere. Sul suo profilo i militari mantengono il massimo riserbo: si sa soltanto che ha 62 anni, che fino all'anno scorso lavorava come operaio, che ha un figlio e che è separato dal 2020. Nel suo passato ci sono due precedenti "molto vecchi" - secondo chi indaga - per truffa e porto d'arma. Nel corso del primo interrogatorio, nel pomeriggio di martedì, avrebbe confessato, tanto che i carabinieri hanno emesso un fermo con l'accusa di tentato omicidio, che adesso sarà riqualificata in omicidio.

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Foto - Benedetto Bifronte

L'uomo ha raccontato di essere andato in ospedale perché non si sentiva bene - anche se non risulta nessun suo accesso al pronto soccorso - e di aver discusso con Falcetto all'esterno del pronto soccorso perché lo aveva riconosciuto come il medico che qualche mese fa lo aveva curato proprio lì in ospedale. L'omicida gli avrebbe rinfacciato delle cure secondo lui non andate a buon fine, ma neanche su questo presunto contatto tra vittima e killer sembra ci siano atti o documenti ufficiali. 

Dopo il primo litigio, il 62enne sarebbe risalito sulla sua Alfa 147 - che si trovava in una zona in realtà interdetta alle auto - e in retromarcia avrebbe centrato la Chevrolet Aveo bordeaux del dottore, che era stata lasciata momentaneamente in divieto di sosta, su una striscia gialla, poco prima dell'ingresso riservato alle ambulanze. L'assassino agli investigatori ha giurato di non averlo fatto volontariamente, come se si fosse trattato di un normale incidente.

A quel punto - e qui la ricostruzione del fermato coincide con quella di alcuni testimoni ascoltati dai militari - i due avrebbero discusso e il 62enne avrebbe estratto l'accetta dalla sua macchina colpendo il medico, padre di cinque figli, in pensione ma ancora con contratti in studi privati di Biella e per il pronto soccorso del Policlinico. I carabinieri hanno rintracciato il presunto omicida proprio a Rozzano: hanno individuato la sua macchina, lo hanno atteso e poi lo hanno bloccato. A investigatori e inquirenti ha spiegato di essere andato a fare una passeggiata. L'arma del delitto è stata trovata nella cantina di casa sua, in via Curiel. 

Medico colpito alla testa con un machete a San Donato (foto Guarino/MilanoToday)

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