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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Omicidi

Perché quel padre poteva vedere il figlio che poi ha ucciso?

Il caso fa discutere: a dicembre gli era stato accordato il permesso di vedere il piccolo, nonostante fosse ai domiciliari. L'uomo, intanto, non risponde al gip

La polemica di questi giorni, sui social network, è tutta contro la giustizia italiana. Il caso di Davide Paitoni, quarantenne di Morazzone (Varese) che ha ucciso il figlio Daniele, di sette anni, e lo ha nascosto in un armadio per poi tentare di uccidere anche la moglie da cui si stava separando, fa discutere. Ci si chiede in particolare come mai l'uomo potesse vedere il figlio visto che era agli arresti domiciliari e, da quel che si è saputo, pendeva su di lui l'accusa di avere tentato di uccidere un collega di lavoro.

E' dovuto intervenire il presidente del tribunale di Varese, Cesare Tacconi, spiegando che l'uomo non era considerato socialmente pericoloso. Si trovava infatti ai domiciliari, con ordinanza del 29 novembre firmata dalla gip Anna Giorgetti, per il rischio d'inquinare le prove. Secondo l'ordinanza avrebbe potuto avere contatti esclusivamente con i familiari conviventi, dunque con il padre (il nonno di Daniele). A quel punto l'avvocato di Paitoni ha presentato istanza perché l'uomo potesse vedere il figlio.

E, il 6 dicembre, l'istanza è stata accolta dal gip di Varese. Si è anche saputo che la donna aveva denunciato due volte il suo ex, e che la procura aveva anche attivato il cosiddetto 'codice rosso', ma Tacconi, presidente del tribunale, ha replicato che le denunce non erano ancora arrivate negli uffici dei giudici, e che non vi era ancora una separazione formale in corso tra i coniugi. Dalla lettura dell'ordinanza del 29 novembre si evince che il pm, chiedendo i domiciliari, aveva reso noto che vi erano state denunce per maltrattamenti e lesioni da parte della sua ex, da cui è di fatto separato dal 2019. Tanto che la gip scriveva che quei carichi pendenti avrebbero potuto risolversi anche a favore di Paitoni. Non aveva, la gip, elementi per concludere che l'uomo fosse realmente pericoloso.

Intanto il 4 gennaio Paitoni si è avvalso della facoltà di non rispondere all'interrogatorio di garanzia davanti al gip Giuseppe Bettarino. Nel pomeriggio arriverà la convalida del fermo e la conferma della custodia cautelare in carcere.

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