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Venerdì, 22 Settembre 2023
Omicidi Rescaldina

25enne assassinato nel 'bosco della droga': due arresti

L'omicidio era avvenuto a Rescaldina nel pomeriggio del 2 aprile

Due uomini arrestati per l'omicidio di Bouda Ouadia, il 25enne ucciso nei boschi del Rugareto a Rescaldina lo scorso 2 aprile. Si tratta di due ventenni marocchini, irregolari in Italia e senza fissa dimora.

Venerdì 11 novembre i carabinieri di Legnano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Busto Arsizio nei confronti dei due giovani, accusati di aver assassinato il 25enne, un pusher, loro connazionale.

Le indagini erano partite dopo il ritrovamento del corpo, senza documenti, di un uomo colpito a morte da un’arma da fuoco nell'area boschiva, che è nota per essere frequentata da spacciatori e tossicodipendenti. Il cadavere era stato successivamente identificato grazie alla banca dati della polizia e alla successiva conferma da parte della fidanzata della vittima, che aveva anche testimoniato sulle possibili cause dell'omicidio, associandolo alla guerra tra bande rivali per la conquista delle piazze di spaccio nel bosco del Rugareto.

Attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche e ad alcune testimonianze, gli investigatori sono risaliti ai due ventenni. In base a quanto ricostruito, il pomeriggio dell'omicidio un gruppo di aggressori, armati di pistole e fucili, aveva fatto irruzione nel bosco assalendo i rivali, i quali, avvisati dal loro 'palo', avevano cercato di fuggire, ma erano comunque stati raggiunti da numerosi proiettili. 

Ad avere la peggio, Bouda Ouadia, che era morto dopo essere stato colpito alla testa. Mentre un 27enne era rimasto ferito di striscio alla testa e alla gamba. Alla fine della sparatoria erano rimasti per terra molti bossoli di diverso calibro, tra cui alcuni utilizzati per carabine di precisione e fucili mitragliatori. Risalire agli autori dell'assalto è stato difficile visto che tutti erano clandestini. Gli indagati, inoltre, passavano la maggior parte del tempo nel bosco per presidiare l'area di spaccio, avevano case di fortuna, cellulari con utenze finte, auto a noleggio intestate a clienti e quando si allontanavano erano particolarmente cauti e venivano aiutati da una rete di fiancheggiatori connazionali e clienti tossicodipendenti. Dopo l'arresto i due ventenni sono portati nel carcere di Busto Arsizio.

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