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Omicidi Corsica / Via Giovanni Battista Piranesi

La cena, la lite e la "lotta" in casa: Roberta, uccisa dal fidanzato conosciuto 5 mesi fa

Fermato il killer di Roberta Priore, la 53enne uccisa a Milano. Lui stesso ha confessato

L'11 marzo un vicino aveva allertato la polizia. Gli agenti erano andati lì e avevano ascoltato entrambi: lei aveva raccontato di uno schiaffo in faccia ricevuto durante una lite, lui aveva spiegato che avevano discusso, ma niente di più. E, soprattutto, nessuno dei due aveva voluto formalizzare una denuncia. Tre giorni dopo il copione si era ripetuto praticamente identico: quella volta, però, a telefonare al 112 era stato lui, spiegando che aveva discusso con la sua compagna - ancora, ancora e ancora -, che erano volate parole grosse, minacce e che era pronto ad andare via di casa. 

Da quella casa, però, evidentemente non era andato via, perché è proprio lì dentro - un appartamento al quinto piano del palazzo al civico 19 di via Piranesi - che lui, il 47enne Pietro Carlo Artusi, ha ucciso Roberta Priore, la 53enne con cui stava da cinque o sei mesi

Il killer fermato sulle scale di casa

Ad ammetterlo è stato lui stesso con una confessione piena arrivata davanti al pm Grazia Colacicco verso le tre della notte tra martedì e mercoledì, quando ormai gli uomini dell'Ufficio prevenzione generale e della Squadra Mobile, guidati da Giuseppina Suma e Lorenzo Bucossi, lo avevano già incastrato alle sue responsabilità. 

Foto - La polizia sotto la casa dell'omicidio

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Così, Artusi - un solo piccolo precedente di tredici anni fa per una lite con un uomo - ha ricostruito le ultime ore di vita della sua compagna. Quella compagna che aveva avuto ultimi anni molto complicati, segnati irrimediabilmente dal dramma del 2005, quando sua figlia di quattro anni era morta cadendo dalla finestra della casa in cui la Priore abitava con l'ex marito in via Castel Morrone. 

Il killer - provato, sotto shock ma comunque abbastanza lucido - ha raccontato tutto. Ha iniziato da quella cena insieme alla vittima in un ristorante all'Ortica lunedì sera: lì sembra che i due abbiano litigato perché lei aveva chiacchierato con un altro uomo al bar e pare che lui fosse andato via, tornando a casa. A casa, poco dopo, sarebbe arrivata anche la Priore: entrambi sotto effetto di cocaina, avrebbero discusso e sarebbe iniziata una sorta di lotta. 

La lotta e la donna soffocata

La 53enne, stando alla confessione dell'assassino, avrebbe lanciato qualcosa contro il compagno, che a sua volta l'avrebbe aggredita - la donna aveva ecchimosi al volto -, spinta a terra e le avrebbe coperto la faccia con un cuscino. Lei sarebbe riuscita a liberarsi, si sarebbe scagliata contro di lui con un coltello - lui aveva effettivamente delle ferite - e a quel punto Artusi l'avrebbe buttata nuovamente sul pavimento e l'avrebbe soffocata con quello stesso cuscino perché - così ha detto - voleva che "non urlasse più". 

Il 47enne, stando a quanto finora ricostruito, avrebbe "nascosto" il cadavere con una coperta. Nella tarda mattinata di martedì, poi, avrebbe staccato i tubi del gas dell'appartamento e avrebbe provato ad uccidersi, dando anche fuoco a dei fogli di carta gettati sul corpo della compagna, che infatti presentava alcune lievissime bruciature sul costato. 

L'allarme della figlia e il fermo

Il suo tentativo di suicidio sarebbe fallito e Artusi sarebbe uscito di casa per poi far ritorno lì verso le 16. In quel momento sulle scale del condominio e nell'abitazione della vittima c'erano già i poliziotti, che avevano ricevuto una telefonata dalla figlia 22enne della vittima, che da due giorni non riusciva a mettersi in contatto con lei

Uno degli uomini dell'Upg - un agente che aveva partecipato a uno dei due "controlli" dell'11 e del 14 marzo - ha riconosciuto il 47enne e lo ha fermato. In Questura, dopo un iniziale momento di reticenza, si è aperto.

Il killer, ora in cella con l'accusa di omicidio volontario, ha raccontato di quella storia iniziata cinque mesi prima, della sua speranza di trovare un lavoro - né lui né lei lavoravano - e di quelle continue litigate tra di loro. L'ultima lunedì in un locale dell'Ortica, poco prima della follia omicida. 
 

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