Omicidio Salvaggio, arrestato l'autista del killer di "Dum Dum"
Un arresto a Catania per l'omicidio di Paolo Salvaggio, ucciso a Buccinasco l'11 ottobre 2021
Sarebbe morto comunque. Ma per chi aveva pianificato e deciso la sua esecuzione non era sufficiente. E tra chi avrebbe organizzato quell'agguato mortale ci sarebbe anche lui: un 45enne milanese, Benedetto Marino, arrestato martedì mattina in Sicilia, nel Catanese, dove si era rifugiato. L'uomo è accusato di essere coinvolto nell'omicidio di Paolo Salvaggio, il 60enne "Dum Dum" - così era ribattezzato in onore dei proiettili a espansione - freddato la mattina dell'11 ottobre 2021 a Buccinasco.
Salvaggio era malato terminale, gli restavano pochi mesi di vita, eppure quel giorno due uomini su un Xmax gli avevano sparato contro tre o quattro colpi mentre si trovava fermo al semaforo di via della Costituzione a bordo della sua bici. L'esecuzione era avvenuta alle 10.03, un orario non casuale perché la vittima - che era ai domiciliari - aveva il permesso per uscire di casa tra le 10 e le 12.
Video | L'arrivo dei killer e la fuga sulla Peugeot
L'omicidio di "Dum Dum" - che il capodanno del 1978 uccise il buttafuori Nereo De Pol a Bereguardo, quando era ancora un ragazzino - aveva fatto pensare a un potenziale terremoto negli equilibri, delicatissimi, della 'ndrangheta a Buccinasco, anche perché lui per anni aveva trafficato droga per conto dei Barbaro Papalia di Plati e aveva contatti con i superstiti del “clan dei catanesi” legato al boss Angelo Epaminonda. Dopo le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano, è stato accertato però che l'omicidio sarebbe maturato per una "semplice" vendetta personale, senza il coinvolgimento di boss o clan.
Il 45enne arrestato martedì mattina a Catania - mentre perquisizioni sono state effettuate a San Siro e nell'hinterland di Milano - avrebbe partecipato alla fase logistica dell'agguato. Marino avrebbe atteso uno dei due killer in via San Giusto a Milano a bordo di una Peugeot 3008 bianca così da garantirgli una fuga veloce e sicura.
La prima svolta nelle indagini è arrivata il 5 aprile dell'anno successivo all'omicidio, quando lo scooter utilizzato dai due sicari è stato trovato in un'area boschiva tra via San Giusto e via Forze Armate a Milano. Riguardando a ritroso le immagini registrate dalle telecamere la mattina del delitto, gli investigatori sono riusciti a isolare alcuni frame in cui si vede un uomo che si allontana con un casco da moto in mano e sale a bordo di un'auto ferma, con lo sportello già aperto, e arrivata lì cinque minuti prima, alle 10.08 e 32 secondi. Quell'auto è proprio la Puegeot 3008 e al volante, stando a quanto ricostruito, ci sarebbe stato proprio Marino.
Il suo nome mette un primo tassello nel puzzle che potrebbe portare a identificare tutti gli uomini che hanno preso parte all'esecuzione del 60enne, che era stato giustiziato con un ultimo colpo di 7*65 al volto mentre era già a terra.