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Sabato, 20 Aprile 2024
Omicidi Barona / Via Felice Lope de Vega

Femminicidio a Milano: ammazza la moglie a coltellate, poi chiama il figlio e si 'consegna'

L'omicidio in via Lope de Vega. Morta una 51enne, arrestato il marito

La discussione, l'ennesima di un rapporto difficile, quasi impossibile, nonostante un matrimonio "vecchio" ormai anni e anni e quattro figli cresciuti insieme. Gli insulti, le parole grosse, le minacce. Le promesse di morte che diventano realtà in un attimo. Poi l'allarme dato proprio a uno dei figli e quella "camminata" di un chilometro e poco più prima della resa, volontaria. È il film del femminicidio andato in scena nella tarda mattinata di mercoledì in via Lope de Vega, alla Barona, a Milano. Case popolari, condomini Aler dalle facciate scrostate, con le parabole sui balconi a fare compagnia a verande improvvisate e vasi con i fiori secchi. Wafaa Charakoua, 51 anni, marocchina, e suo marito Bouchaib Sidki, suo connazionale di otto anni più grande, vivevano al quarto piano del palazzo al civico 1. Quello stesso palazzo in cui Wafaa ha trovato la morte per mano del suo uomo. 

L'omicidio, stando a quanto finora ricostruito, si è consumato verso le 12.20. Lei, che lavorava come donna delle pulizie in alcuni uffici, sarebbe tornata a casa e in poco tempo avrebbe cominciato a discutere con il marito. Sarebbe volato qualche insulto e lui avrebbe afferrato un coltello da cucina e si sarebbe accanito su di lei. Soltanto l'autopsia stabilirà con certezza quanti fendenti le ha sferrato, ma sono almeno una decina, quasi tutti al torace.

Lasciando la moglie a terra, ormai morta, Bouchaib - nessun precedente, cittadinanza italiana e al momento senza un lavoro - avrebbe quindi preso il cellulare per dare l'allarme. Il primo a ricevere la sua telefonata sarebbe stato uno dei figli. Il presunto killer e la vittima ne avevano quattro: una ragazza maggiorenne che risiede all'estero e un 13enne, una 17enne e un 23enne, che vivevano con la coppia proprio nell'appartamento teatro dell'omicidio. Al cellulare con il più grande dei ragazzi, che in quel momento era al lavoro mentre i fratelli erano a scuola, il 59enne avrebbe confessato il femminicidio. Tanto che il giovane avrebbe chiesto a un amico che vive in zona di andare a controllare cosa fosse successo. 

Polizia e carabinieri sul posto

Carabinieri giorno - 3 guarino

Quando il ragazzo è arrivato nella casa di via Lope de Vega, però, il presunto killer non c'era già più. Dopo aver telefonato al 112 per raccontare di aver appena ammazzato la moglie, è uscito e si è incamminato in viale Liguria, dove ha incrociato una pattuglia del Radiomobile: lui stesso ha fermato i militari e si è auto accusato dell'omicidio. In quel momento i poliziotti erano appena arrivati nell'abitazione, dove per la vittima non c'era ormai più nulla da fare. 

Portato prima in caserma e poi in questura, il presunto assassino è stato arrestato praticamente in flagranza con l'accusa di omicidio volontario dagli agenti della squadra mobile, guidati da Marco Calì. Interrogato, ha confermato la sua confessione e ha parlato di un matrimonio ormai logoro, fatto di litigi continui e insulti tra lui e la moglie. I vicini di casa, che mentre la Scientifica effettuava i rilievi hanno continuato a "radunarsi" nel cortile e fuori dal condominio, hanno parlato di un burbero, a volte aggressivo, quasi sempre scontroso. "Lei pensava ai figli, al lavoro, era una bravissima donna", il racconto di una inquilina che conosceva bene Wafaa. Pare che in più occasioni gli stessi vicini avessero sentito urla e litigate furiose e che qualche volte qualcuno abbia anche provato a offire aiuto alla vittima, che però aveva sempre "coperto" il marito. 

Nei registri delle forze dell'ordine c'è un solo intervento. È del luglio scorso: sembra che in quell'occasione il 59enne avesse colpito la moglie con alcuni schiaffi al volto e che gli agenti fossero arrivati nell'abitazione per prestarle soccorso. Alla fine, però, lei non aveva voluto denunciare il suo uomo. 

Omicidio via Lope de Vega (foto Guarino)

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