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Omicidi Stazione Centrale / Via Ponte Seveso

Omicidio a Milano, donna uccisa con un colpo di ferro da stiro in testa

Il dramma in via Ponte Seveso. Morta una 90enne. Indaga la squadra mobile

Un colpo alla testa. Fatale. È morta così Fernanda Cochi, la donna di novanta anni trovata senza vita venerdì pomeriggio nell'appartamento al civico 26 di via Ponte Seveso, in cui la vittima - vedova e senza figli - viveva da sola. 

L'allarme è scattato verso le 15.15, quando i passanti hanno visto del fumo uscire dalla finestra dell'abitazione della 90enne, che si trova al primo piano di un condominio di sette poco distante dalla stazione Centrale. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, gli specialisti del Saf hanno individuato la vittima nel salone, ormai priva di vita. Il principio d'incendio aveva invece interessato la camera da letto del trilocale, segno evidente che si trattava di un gesto doloso per cercare di cancellare le tracce di quello che ha i contorni nitidi di un omicidio. 

La Cochi, con problemi di vista e di udito ma comunque autosufficiente e ancora autonoma, sarebbe stata uccisa con un colpo di ferro da stiro, trovato ancora sporco di sangue nell'appartamento. La casa era in ordine e al momento non è possibile capire se dall'abitazione sia sparito qualcosa. Anche se l'ipotesi di una rapina finita male sembra, al momento, la più probabile. La porta non era chiusa a chiave e si poteva aprire dall'esterno, inoltre lo spioncino era oscurato con un pezzo di carta incollato, così come quello dell'ingresso all'abitazione vicina.

Uno dei primi a intervenire nella casa, dopo aver notato il fumo dalle finestre, è stato un negoziante della zona, che conosceva molto bene la vittima. La signora Fernanda Cochi ha sempre vissuto nel quartiere e da circa sei anni si era trasferita nel palazzo al civico 26 dal condominio al 31, ad angolo con via Schiaparelli, a pochi passi dal Commissariato Garibaldi Venezia. Entrando nell'appartamento - prima di fermarsi per il contemporaneo arrivo dei soccorritori - l'uomo avrebbe notato che gli spioncini delle due porte presenti sul pianerottolo erano oscurati.

Un dettaglio non da poco che ora gli agenti della Squadra mobile, guidati da Marco Calì, cercheranno di approfondire. Gli stessi poliziotti hanno ascoltato il nipote della vittima, un uomo su cui non c'è alcun sospetto e che veniva spesso a fare visita alla zia. Lei, che viveva con una modesta pensione, era abituata a badare a sé stessa: faceva la spesa al supermercato Carrefour sotto casa, andava nella farmacia all'angolo, e sbrigava le piccole commissioni quotidiane, tutto sempre in totale autonomia nonostante gli acciacchi dell'età. Ora una grossa mano agli investigatori potrebbe arrivare dalle telecamere del condominio. Gli occhi elettronici potrebbero aver ripreso frame importanti per trovare l'assassino o gli assassini della novantenne.

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