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Cronaca Fiera / Via Ambrogio Spinola

Maurizio, l'operaio morto nel cantiere di CityLife: "Non respirava più, ma era solo"

Il dramma il 28 gennaio, nei giorni scorsi l'autopsia. La rabbia del fratello

Il suo più grande rimorso è che, forse, poteva essere salvato. Non si dà pace il fratello di Maurizio Geloso, l'operaio morto il 28 gennaio scorso in un incidente avvenuto in un cantiere di via Spinola a Milano, nel cuore di CityLife, la più moderna e avveneristica zona del capoluogo meneghino. "Non si può morire sul lavoro così, soffocato, nel 2022. Bastava che ci fosse qualcuno vicino a lui e sarebbe ancora vivo", continua a ripetere, immaginando quello che deve aver sopportato la vittima. 

Originario di Torino, dipendente di un'azienda monzese che aveva ricevuto il subappalto da una grossa ditta del Varesotto, l'operaio quella tragica mattina si trovava in un cestello elevatore d'acciaio, quando - per cause ancora in corso di accertamento - è rimasto schiacciato tra il cestello stesso e una grande trave in cemento armato, stipite di una porta che doveva controllare. Nonostante il trasporto al pronto soccorso della clinica Sant'Ambrogio, per lui non c'era stato nulla da fare. 

Stando a quanto riferito dallo studio "3a-Valore", a cui si è rivolto proprio il fratello del 57enne, al momento della tragedia Maurizio Geloso era da solo e potrebbe essere passato molto tempo prima che i colleghi si accorgessero di cosa stava accadendo e allertassero i soccorsi. Tempo che sarebbe stato fatale. I primi risultati dell'autopsia, effettuata martedì, avrebbero infatti ipotizzato che l'operaio - sul cui corpo pare non ci fossero lesioni - sarebbe morto a causa dello schiacciamento della gabbia toracica che gli avrebbe impedito di respirare. 

Quindi Maurizio poteva essere salvato? A questa, e ad altre domande, proverà a rispondere l'inchiesta aperta dal pm Daniela Bartolacci, che ha già iscritto nel registro degli indagati - con l'accusa di omicidio colposo, ma anche come forma di tutela - la legale rappresentante dell'azienda del Varesotto. Le indagini, l'auspicio di "3a-Valore", dovranno "non solo appurare se siano state rispettate tutte le misure e i piani di sicurezza nel cantiere, ma anche accertare se l’operazione che stava compiendo l’operaio dovesse essere effettuata da un solo o da più addetti".

Sabato, intanto, sarà il giorno del dolore. A Fontanetto Po, nel Varcellese, si terranno i funerali di Maurizio, che lascia la moglie Maria, due sorelle e quattro fratelli. "Una persona tutta dedita alla sua casa, alla sua famiglia e al suo lavoro", l'ultimo ricordo di uno di loro. Quello stesso lavoro che gli è costato la vita. 

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