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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Palmieri, le maestre sono riuscite a mantenere il tempo pieno

Per quest’anno, con un progetto articolato, il collegio docenti della Palmieri è riuscito a mantenere il tempo pieno, nonostante i tagli del ministero. Ma fino a quando la situazione della scuola rimarrà così stabile? Ci spiega tutto una maestra

Per quest’anno, a quanto pare, il nostro organico è al completo e dopo il carosello dei primi giorni, ogni classe è affidata a due insegnanti contitolari. E poiché il Collegio Docenti è riuscito a “salvare” le compresenze deliberando su un progetto articolato, possiamo affermare che per ora siamo riusciti a mantenere il Tempo Pieno.

Eh già, perché il Tempo Pieno , cari ministri dell’Istruzione Pubblica, non è un contenitore di 40 ore ma un modello didattico-pedagogico e le compresenze tra gli insegnanti sono utili e preziose, non certo uno spreco di risorse. Come ormai tutti sanno le compresenze permettono di attuare percorsi che rispondono alle esigenze di apprendimento delle bambini e delle bambini: percorsi che prevedono di agire sulle difficoltà ma anche sul consolidamento e sul potenziamento delle competenze individuali. Le compresenze permettono di lavorare in piccolo gruppo, a classi aperte, di sperimentare e di cooperare.

Ma fino a quando la situazione della nostra scuola rimarrà invariata?

Lo scorso anno i genitori hanno firmato in Lombardia oltre 28.000 domande di iscrizioni “integrative” in cui hanno richiesto 40 ore, il doppio organico e 4 ore di compresenza. Queste domande sono state consegnate al Ministero insieme alle 230.000 richieste analoghe raccolte in tutta Italia. A Milano le scuole con sezioni tutte di Tempo Pieno sono state “graziate” e l’organico adeguato è stato “concesso”, a spese però delle scuole con sezioni di Modulo!

Tornando alla primaria Palmieri: anche la nostra scuola è stata vittima della scelta del governo di “risparmiare 4800 insegnanti in tre anni”. Le nostre prime sono composte da 27 alunni che trascorrono la loro giornata in uno spazio che non è stato progettato e realizzato per ospitare un numero così elevato di bambini e di bambine. Senza contare che, poiché i finanziamenti sulle supplenze sono inadeguati , a volte le classi vengono divise e, in caso di emergenza, potrebbero essere “smistate” anche nelle prime che raggiungerebbero così 30 alunni.

E poi, non è solo una questione di spazio. Per le mie colleghe, che pure sono competenti e motivate, sarà sempre più difficile realizzare interventi educativi adeguati su tutti gli alunni ed ampliare l’offerta formativa.

L’offerta formativa d’altronde è seriamente minacciata dai tagli ai bilanci, abbiamo visto “ridimensionati” quasi tutti i progetti presentati dalle interclassi a causa dell’insufficienza dei fondi.

Che dire? Vita dura per le scuole! Parliamone, confrontiamo dati e situazioni, non restiamo isolati ognuno nella sua scuola. Chiediamoci sempre se per la società il costo dell’ignoranza non sia infinitamente più alto di qualsiasi investimento sulla cultura.


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