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Cronaca

Un milione a Bresso, il papa saluta Milano: "La chiesa vicino ai fedeli separati"

Mille pullman, quasi un milione di persone al Parco Nord per l'ultima giornata milanese del papa. Nell'omelia, la vicinanza alle famiglie con genitori "separati"

Un puzzle da un milione di tessere per riprodurre il mondo in un enorme prato alla periferia di Milano: era questa l'impressione che si coglieva la mattina di domenica, a guardare dall'alto l'area dell'aeroporto di Bresso, occupata quasi a perdita d'occhio da una distesa di un milione di pellegrini, arrivati da tutta Italia e dal mondo per la messa celebrata da papa Benedetto XVI, con cui si è concluso il VII Incontro mondiale delle famiglie.

Un numero previsto dagli organizzatori ma che comunque, visto dal vivo, non ha mancato di suscitare meraviglia: "L'abbraccio di questa moltitudine di fedeli - ha detto l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola -, cui si aggiunge il numero incalcolabile di quanti ci seguono in tutto il mondo attraverso i mass media, esprime l'amore per il successore di Pietro".

I primi fedeli si sono presentati ai cancelli, presidiati dai volontari, già alle quattro del mattino, pur di essere in prima fila per il Papa. Ma c'é anche chi addirittura ha passato la notte in sacco a pelo direttamente sul prato, come la spagnola Marina e le sue cinque amiche, arrivate da Pamplona. Poi, a ondate successive scaricate da autobus, treni e metropolitane, e in lunghissimi serpentoni a piedi, sono confluiti tutti gli altri.

C'é chi si è messo in viaggio dall'altro capo dell'Italia, come Filippo, partito in pullman da Foggia con la moglie Barbara il figlio Antonio, e chi è arrivato con un mini pellegrinaggio a piedi, come Valeria, 20 chilometri da Giussano a Bresso per un totale di 4 ore di cammino. Altri erano da giorni a Milano, dall'Argentina, dal Brasile, dall'Africa, dall'Asia, ospitati dalle migliaia di famiglie che hanno messo a disposizione le loro case: 153 i Paesi rappresentati, 153 diverse bandiere a sventolare oggi in onore del pontefice, che al termine della funzione ha ringraziato tutti, prima di allontanarsi a bordo della papamobile.

C'erano tantissime persone comuni, ad acclamare Benedetto XVI, ma anche autorità e politici, dal premier Mario Monti a Umberto Bossi. Un immenso puzzle, appunto, i cui pezzi si sono incastrati in una folla ordinata, pronta ad alzarsi in piedi e ad applaudire e acclamare il papa e ad animarsi come in una coreografia durante l'Eucarestia, quando centinaia di sacerdoti si sono incuneati tra la folla per distribuire le ostie.

Graziata dal clima, che minacciava pioggia e che invece ha regalato una giornata di sole, quella di domenica 3 giugno è stata una Milano "splendida", ha sottolineato il sindaco Giuliano Pisapia, che con questo evento mondiale ha assaggiato forse un antipasto di quello che potrebbe succedere in città con l'Esposizione universale del 2015. "C'é stata una volontà di lavorare insieme per un bene comune, laici e cattolici, credenti e non credenti - ha detto il sindaco -. Lavorare per la collettività lasciando da parte gli egoismi: è stato questo il segnale di questi giorni e da qui dobbiamo ripartire".

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