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Cronaca

Divieto inutile: parata e mille saluti romani al cimitero Maggiore, poi il corteo per Ramelli

Le sigle dell'estrema destra milanese si sono ritrovate sabato al campo X del Maggiore. Poi, in serata, il corteo fino a casa di Ramelli. Anche Sala alla commemorazione in via Padalini

Con quattro giorni di ritardo, ma alla fine c’è stata. Si è svolta sabato pomeriggio, nella solita cornice del campo X del Cimitero Maggiore, la commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana da parte delle sigle di estrema destra milanesi. 

L'estrema destra al Maggiore - Foto

A ritrovarsi al Musocco sono state Lealtà e Azione e Casapound -  due sigle dichiaratamente neofasciste -, che hanno così sfidato il veto del sindaco Sala, che prima del 25 aprile - giorno di solito scelti dai due movimenti - aveva vietato qualsiasi manifestazione di estrema destra al cimitero

E invece, sabato pomeriggio, oltre mille persone hanno marciato compatte verso il campo X e poi lì hanno messo in scena il saluto romano dopo aver deposto alcune corone di fiori. 

“A seguito delle inutili ed ignobili polemiche sollevate dall’Anpi e dal Sindaco nei giorni precedenti al 25 aprile in merito alla commemorazione che, annualmente, si svolge a Campo X per ricordare i caduti della RSI - si legge in una nota congiunta dei due movimenti –, abbiamo deciso di ricordarli in un'altra data simbolo per le nostre comunità" . 

"Abbiamo così scelto il 29 aprile, anniversario della morte di Carlo Borsani - sepolto al Campo X - , dell'ignobile massacro di piazzale Loreto e degli efferati assassinii avvenuti negli anni '70, per mano dell'antifascismo militante”, continuano Casapound e Lealtà e Azione. 

“La decisione – spiegano le due sigle – è frutto del rispetto per i nostri caduti che meritano di essere ricordati nel modo migliore e non secondo prescrizioni dettate da istituzioni ostaggio dei soliti fomentatori d'odio"

“I nostri movimenti – conclude la nota – non hanno voluto prestarsi al circo mediatico che lasciamo volentieri a chi dei morti non ha il minimo rispetto. Abbiamo onorato e continueremo ad onorare e ricordare i nostri caduti, a prescindere dai vergognosi e infami divieti che i soliti noti vorrebbero vedere imposti”.

La Questura ha fatto sapere che la manifestazione, durata circa un'ora, non era autorizzata. 

Autorizzata e annunciata, invece, era la partecipazione del sindaco Sala alla commemorazione per Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, i due militanti di destra uccisi rispettivamente nel 1975 e 1976 da esponenti di Avanguardia Operaia e Prima Linea

Il primo cittadino ha deposto una corona di fiori in via Paladini, in un gesto che vuole essere di "distensione”. “È stata una pagina molto brutta di Milano. Tra quanto è successo settanta anni fa e quanto è successo quaranta anni fa, spero sia il momento di passare oltre - ha commentato Sala -. Poi, io capisco che i ricordi sono sempre dolorosi, però, nel mio ruolo, in questi cinque anni vorrei attivarmi per poter fare quanto possibile per pacificate tutti a dispetto delle posizioni diverse". 

Gli stessi manifestanti che si erano radunati al Maggiore, poi - in serata, quando la commemorazione ufficiale era finita - hanno sfilato in corteo da piazzale Susa fino a via Padalini, dove hanno deposto una corona di fiori proprio sotto l’abitazione di Sergio Ramelli. Anche in serata, partendo dalla chiesa dei Santi Nereo e Rocco, i manifestanti hanno sfilato in stile parata, tutti squadrati e sull’attenti. Sotto casa del militante ucciso nel 1975 si è poi tenuto un minuto di silenzio accompagnato da tanti tricolori immobili. Infine, un piccolo concerto proprio nel piazzale della chiesa, dove si è tenuto il rito del "presente".  

"Condanniamo fermamente questi gesti - ha commentato in serata il sindaco Sala, in riferimento al blitz al cimitero Maggiore - e queste provocazioni e continueremo a far tutto quanto è in nostro potere per evitare iniziative del genere. Mi auguro che le autorità competenti agiscano perché la nostra Costituzione e le nostre leggi siano rispettate. E, soprattutto, mi auguro che la Milano democratica e antifascista, che ha fatto grande questa città, non smetta mai di far la sua parte, nel solco dei valori della nostra Costituzione. Io la mia - ha concluso - la farò sempre".

Ph: Sala, senza la fascia tricolore, alla commemorazione per Ramelli

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