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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

19 anni al pedofilo che terrorizzava le sue vittime e filmava le violenze

Confermata in appello la condanna più alta per pedofilia comminata in Italia

Si fingeva una ragazzina per adescare (false) coetanee e minacciarle per compiere violenze sessuali su di loro a casa sua e filmare tutto. L'uomo, un quarantottenne vicino di casa delle vittime, era stato condannato a diciannove anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Lodi nel mese di ottobre del 2020: ora la condanna è stata confermata dalla corte d'appello di Milano. Si tratta della più alta condanna per pedofilia in Italia.

Le sue vittime sono tre minorenni tra i dieci e i tredici anni. Le indagini erano scattate a partire dalla fotografia di una delle vittime che l'uomo aveva pubblicato su Instagram per minacciarle di diffondere altre immagini in suo possesso se avessero parlato con qualcuno. I carabinieri di Lodi lo avevano arrestato nel mese di giugno del 2019 con diverse accuse: violenza sessuale, corruzione di minori, sostituzione di persona e produzione (e detenzione) di materiale pedopornografico.

Fingendo di essere una coetanea, l'uomo aveva adescato le vittime attraverso Whatsapp entrando in confidenza con loro. Poi si era trasformato in "Giulia la malvagia" e aveva iniziato a pretendere da loro richieste brutali, atti sessuali in casa sua (filmandoli) minacciando malefici o ulteriori atti perversi se avessero parlato con qualcuno. In un caso, per ottenere quello che voleva, aveva minacciato di uccidere i genitori delle ragazzine. Gli abusi erano durati per ben cinque anni.

"Malvagio e senza scrupoli"

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, la personalità dell'uomo è stata descritta come "estremamente negativa" e "caratterizzata da tratti di malvagità ed assenza di scrupoli", col costante obiettivo del "soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali" e senza alcuno "spirito di umanità" verso le sue vittime. 

I giudici di primo grado, nel calcolare la pena, avevano tenuto conto dell'arco temporale (cinque anni, come detto), delle "innumerevoli violenze sessuali" perpetrate in quel lasso di tempo e dei "danni psicologici devastanti" per le vittime, circuite in un mondo "parallelo" costruito ad arte per incutere terrore. Durante il processo, l'uomo aveva cercato di convincere la giuria che le ragazzine fossero consenzienti. Ora la conferma della condanna in primo grado, senza attenuanti. Le motivazioni saranno rese note entro novanta giorni.

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