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Il caso

Il pedofilo a cui è stato vietato di usare internet e i social

L'uomo, un 57enne pregiudicato per reati contro minori, dovrà stare lontano un km da luoghi frequentati da bambini

Non potrà accedere a internet, né per comunicare, né sui social network, e dovrà stare lontano almeno un chilometro dai luoghi normalmente frequentati dai minori. È quanto deciso dal tribunale di Milano - Sezione autonoma misure di prevenzione, accogliendo la proposta della questura di Milano, nei confronti di un 57enne italiano, che dal 21 aprile 2022 è diventato sorvegliato speciale. 

Si tratta di un'azione di contrasto alla pedopornografia dei poliziotti della Divisione anticrimine. L'uomo, infatti, è ritenuto responsabile di numerosissimi episodi di adescamento e violenza sessuale in danno di ragazzine di età compresa tra i 10 e i 13 anni, nonché di detenzione di materiale pedopornografico. Il 57enne avrebbe anche adescato diverse giovani vittime sui social network in diverse città del nord Italia tra cui Milano, Padova e Genova.

Contro l'uomo, pregiudicato per reati di violenza sessuale in danno di minori, detenzione e scambio di materiale pedopornografico, è scattata la misura preventiva perché intratteneva con i minorenni conversazioni inizialmente incentrate sulla creazione di amicizie online, nell'intento di carpire la fiducia e di instaurare con loro un rapporto di confidenza. Tutto questo con l'obiettivo di avanzare loro richieste di fotografie in pose esplicitamente pornografiche o tentando addirittura di incontrarle.

La pericolosità sociale del 57enne è confermata anche dal fatto che, nonostante abbia trascorso un lungo periodo in carcere a seguito di una condanna per la commissione degli stessi reati, dopo la scarcerazione ha continuato a tenere le stesse identiche condotte adescatrici nei confronti di soggetti minorenni, affinando le tecniche abitualmente utilizzate. Come se niente fosse, insomma.

Oltre all'azione personale, nell'ultimo periodo l'uomo era entrato in contatto con altri soggetti adulti con le medesime pulsioni e perversioni, intrattenendo con loro una regolare corrispondenza telematica finalizzata allo scambio di informazioni e di materiale pedopornografico, creando quindi una vera e propria rete criminale finalizzata all'adescamento di minorenni. Da lì la decisione del questore Giuseppe Petronzi di procedere con la sorveglianza speciale per tre anni.

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