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Cronaca Rho

Pedopornografia: monsignor Capella, prete "milanese" in Vaticano, rinviato a giudizio

Le accuse arrivate dall'America avevano preceduto altre, identiche, arrivate dal Canada

Nel suo computer sarebbe stato trovato materiale pornografico e pedopornografico. Così, dopo la denuncia arrivata dagli Stati Uniti, il Promotore di giustizia del Vaticano ne ha ordinato l'arresto. Ora è stato rinviato a giudizio. La prima udienza del processo si terrà il 22 giugno.

Monsignor Carlo Alberto Capella - di origini emiliane ma appartenente alla diocesi di Milano, perché ha intrapreso il percorso clericale nel capoluogo lombardo - è finito in manette ad aprile con l'accusa di pedopornografia. Ad arrestarlo è stata la gendarmeria vaticana su ordine del giudice istruttore del tribunale dello Stato della Città del Vaticano. 

"L’imputato - ha spiegato la Santa Sede in una nota - è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell’autorità giudiziaria". 

L'indagine del promotore di giustizia era iniziata lo scorso 21 giugno, quando il dipartimento competente degli Stati Uniti aveva notificato al Vaticano la chiusura delle proprie indagini. In quel periodo, infatti, Capella - che è cresciuto all'oratorio San Carlo di Rho - ricopriva il ruolo di addetto alla nunziatura Apostolica di Washington.

Le accuse arrivate dall'America avevano preceduto di poco più di un mese altre accuse, praticamente identiche, arrivate dal Canada, dove il prete aveva trascorso alcuni giorni di vacanza. Il materiale pedopornografico sarebbe stato scaricato dal sacerdote durante un soggiorno fatto in Canada.

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