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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Chinatown / Via Paolo Sarpi

Pellicce animali spacciate per sintetiche: novemila capi sequestrati, una denuncia

L'operazione della polizia locale dopo la segnalazione di una Onlus animalista

Sull'etichetta scrivevano che le pellicce erano di origine sintetica, mentre in realtà erano di origine animale. Sono quasi novemila i capi d'abbigliamento sequestrati dalla polizia locale (unità antiabusivismo) in un negozio della zona di via Paolo Sarpi e in un magazzino del quartiere Bovisasca, periferia nord di Milano. 

Pellicce animali spacciate per sintetiche (foto Polizia Locale)

Tutto è partito dalla segnalazione di un'associazione animalista, la Onlus M.e.t.a., qualche tempo fa. Segnalazione corretta, perché sia nel negozio sia nel magazzino gli agenti hanno trovato prodotti tessili (peraltro con marchio contraffatto) realizzati con parti di origine animale, con tanto di falsa attestazione in etichetta dove era indicata unicamente l'origine sintetica dei materiali utilizzati.

Video: pellicce animali spacciate per sintetiche

I capi sequestrati sono 8.838. Le analisi di laboratorio, affidate alla Facoltà di Veterinaria della Statale, hanno confermato l'origine animale di parte dei capi. Il titolare dell'attività è stato denunciato: risponde di contraffazione e ricettazione.

"Ci troviamo di fronte ad un nuovo genere di truffa - commenta l’assessore alla sicurezza Carmela Rozza - in cui la pelliccia vera è spacciata per sintetica. C’è una maggiore sensibilità da parte dei consumatori che sempre più numerosi scelgono di comprare prodotti di origine sintetica. Il consumatore, più consapevole sulle scelte che compie, deve essere tutelato di fronte a merce che lo inganna e tradisce anche i suoi principi".

"L’azione di contrasto alla vendita e immissione sul mercato di prodotti contraffatti o non conformi alle normative europee a tutela della salute dei consumatori portano spesso in luce, come in questo caso, violazioni alle norme a tutela degli animali", dichiara il comandante della polizia locale Marco Ciacci: "L’utilizzo indiscriminato di pellicce di origine animale può nascondere situazioni di maltrattamento o di inadempienze di carattere igienico sanitario".

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