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Cronaca

Omicidi col piccone: tre mesi per la perizia a Kabobo

Tre mesi: la relazione della perizia psichiatrica su Mada Kabobo sarà pronta verosimilmente a settembre. Nominato il criminologo Picozzi come consuente di parte

Avranno 90 giorni di tempo, a partire dal prossimo 10 giugno, i periti medico-legali nominati dal gip di Milano Andrea Ghinetti per effettuare la perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere di Mada Kabobo, il ghanese di 31 anni che lo scorso 11 maggio aggredì a colpi di piccone alcuni passanti, uccidendone tre.

La relazione dello psichiatra Ambrogio Pennati e della criminologa Isabella Merzagora, entrambi nominati oggi dal gip, dovrebbe essere pronta per settembre prossimo.

Nel frattempo il padre di Daniele Carella, una delle tre vittime, ha nominato come consulente di parte per la perizia psichiatrica disposta dal gip sul ghanese il criminologo Massimo Picozzi, che è anche un noto 'volto televisivo'.

Il giovane venne ucciso da Kabobo mentre, quella mattina, stava aiutando il padre a distribuire i giornali. La famiglia di Carella è parte civile nel procedimento, assistita, tra gli altri, dall'avvocato Domenico Musicco.

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Sfugge al killer del piccone © Il Giorno

Il gip, che ha accolto la richiesta di perizia formulata dal pm di Milano Isidoro Palma, ha anche richiesto l'ausilio di un mediatore culturale per seguire i lavori degli esperti, perché serve soprattutto una persona, ancora da reperire, che sappia parlare il dialetto ghanese di Kabobo, perché l'uomo parla molto male l'inglese.

Il pm non ha nominato propri consulenti per gli accertamenti, mentre i difensori del ghanese, gli avvocati Francesca Colasuonno e Benedetto Ciccarone, si sono affidati, come consulente di parte, a Edoardo Re, psichiatra, ex direttore del dipartimento di psichiatria del Niguarda e che segue da anni anche i temi e i problemi dell'immigrazione. La perizia verrà effettuata con la formula dell'incidente probatorio, per cristalizzare la prova in vista del processo, ed é "finalizzata" all'accertamento "della capacità dell' indagato di partecipare coscientemente al procedimento", "all' accertamento della capacità dell'indagato di intendere e di volere al momento del fatto" e alla sua "pericolosità sociale".

La richiesta di perizia era stata avanzata dal pm tenuto conto del fatto che "dalle dichiarazioni rese dall' indagato in sede di interrogatorio di convalida dell'arresto, nonché dalla documentazione medica trasmessa dalla Casa Circondariale di Milano" - Kabobo è detenuto nel carcere di San Vittore, nel reparto psichiatrico - "emergono segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale riguardante l'indagato, tale da minarne la sua cosciente partecipazione al processo e la sua capacità di comprendere il disvalore degli atti compiuti".

L'accertamento psichiatrico è un passaggio 'centrale' per il destino giudiziario di Kabobo: se, infatti, al termine del processo, e sulla base della perizia, venisse riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del fatto verrebbe assolto e non finirebbe in carcere, ma in un ospedale psichiatrico giudiziario.

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