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Cronaca

Milano, marito dovrà stare a un km di distanza dalla moglie: la picchiava per fare sesso

Faceva stalking anche contro i vicini di casa 'colpevoli' di aver testimoniato al processo

Dovrà stare lontano da quella che una volta è stata sua moglie almeno un chilometro. E dovrà tenere a bada la sua distorta voglia di vendetta, frequentando regolarmente lo studio di uno psicologo. Altrimenti per lui scatteranno le manette della polizia e finirà in carcere. 

È la misura di prevenzione messa in campo dalla questura di Milano, nell'ambito dell'attività di monitoraggio dei soggetti socialmente pericolosi, svolta dalla Divisione Anticrimine. Su proposta del questore Sergio Bracco, considerando l'elevato rischio di degenerazione criminale, per l'uomo, un italiano di 62 anni, è stata applicata la Sorveglianza Speciale di polizia.

Maltrattata per anni anche sessualmente

Una decisione specifica a tutela delle vittime di maltrattamenti in famiglia e stalking, come sua moglie. La donna, infatti, per anni è stata vittima di maltrattamenti: aggressioni verbali, insulti e altre vessazioni a cui si è aggiunto, nel tempo, l'uso della violenza fisica, anche finalizzata ad ottenere rapporti sessuali, costringendo la donna ad allontanarsi dalla casa familiare, chiedendo rifugio a parenti ed amici per salvaguardarsi .

Dopo essere stato condannato per maltrattamenti in famiglia nel 2019, il 62enne si è dimostrato ancora più rancoroso nei confronti della donna, iniziando una vera e propria campagna persecutoria nei suoi confronti, seguendola al supermercato ed inviando messaggi intimidatori a lei e ai figli. "Io non morirò nel letto", scriveva minaccioso. 

Minacce e persecuzioni anche contro i vicini di casa

L'uomo ha realizzato atti persecutori anche nei confronti delle persone che hanno testimoniato in giudizio sulle sue violenze, ritenuti responsabili della sua condanna. Contro alcuni ex vicini di casa, in un'occasione, l'uomo, nel pieno della notte, ha conficcato uno stuzzicadenti nella pulsantiera del citofono per farlo suonare di continuo, ed ha affisso sui muri esterni dell'abitazione alcune copie dei verbali di testimonianza da loro rese nel processo.

Con la cosiddetta ingiunzione trattamentale finalizzata a far prendere coscienza del disvalore sociale delle sue condotte, nell'ambito del Protocollo Zeus, si spera di evitare che tutto degeneri in episodi di sangue ben più gravi.  Queste misure si rivolgono non solo alle vittime, ma anche agli autori delle violenze e guardano al futuro, con l'obiettivo di minimizzare il rischio di ulteriori e più gravi reati, evitando che le violenze domestiche possano degenerare in femminicidi.
 

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