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Cronaca

Omicidio-suicidio a Segrate: muoiono Pietro Donda e la moglie

Il presunto omicida-suicida si chiama Pietro Donda, 76 anni. La sua azienda sembra fosse in crisi. Lascia 3 lettere: "Scusatemi, sono un vigliacco". Il figlio conferma i problemi depressivi del momento

"Scusatemi, sono un vigliacco. Chiedo scusa a tutti". 

Sarebbe questa una delle frasi trovate in una delle 3 lettere che Pietro Donda, 76 anni, ha lasciato (uno scritto per la famiglia e uno per tutti, e un testamento), prima di uccidere la moglie nel sonno, Egidia Mamoli, di 67 anni, e di suicidarsi. 

Il dramma è stato scoperto nella mattinata di martedì 5 marzo, da un domestico filippino in una frazione alle porte di Segrate, San Felice (Prima strada), dopo la lettura sulla porta di un biglietto con scritto: "Non entrate, chiamate mio figlio".

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della locale stazione, la tragedia è avvenuta nella notte, intorno alle 4. Il 76enne avrebbe fatto fuoco con una Smith & Wesson regolarmente detenuta. Prima alla compagna (che era la seconda moglie), poi verso sè stesso. 

Il figlio, Matteo, è stato immediatamente contattato dai militari. Le cause dell'omicidio-suicidio sarebbero da imputarsi a un cattivo momento economico dell'azienda di famiglia: Donda, imprenditore, aveva un'attività di termoidraulica. La mancanza di commesse, in questo periodo, erano vissute dall'uomo con profonda tristezza, fino alla tragica decisione. 

Non erano noti dissidi particolari con la compagna. E anche l'azienda, sebbene non stesse vivendo un momento florido, da quanto è stato riscontrato, non aveva grossi debiti nè aveva posizioni rischiose con le banche. 

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