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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Città Studi / Via Giovanni Pacini

Rubavano droga, soldi e armi: le accuse contro gli agenti Polfer

I carabinieri hanno perquisito anche le abitazioni dei poliziotti, tutti in servizio presso la Polizia ferroviaria di Lambrate

I carabinieri hanno perquisito anche le abitazioni dei poliziotti, tutti in servizio presso la Polizia ferroviaria di Lambrate, per presunti reati commessi a partire dall'aprile del 2012.

Le indagini sono nate a seguito di un esposto dell'avvocato Debora Piazza e avrebbero accertato "forti anomalie - come scrivono i pm nel decreto di perquisizione - nelle condotte poste in essere" dai poliziotti "relativamente alla gestione dello stupefacente sequestrato nel corso della attività di servizio".

Gli agenti, secondo l'accusa, avrebbero distrutto "in proprio la droga sequestrata, anziché seguire le modalità" previste dalla legge. Circostanza, secondo i pm, "da cui si desume che lo stupefacente venga sottratto alla destinazione prevista dalla legge".

Le indagini, poi, avrebbero consentito "di raccogliere analoghe condotte illecite riguardanti le sorti del denaro rinvenuto nella disponibilità degli arrestati". Vi sono, si legge ancora, "almeno cinque soggetti che lamentano l'omesso sequestro delle somme acquisite dagli operanti in sede di perquisizione".

Tatissimi gli episodi: in tutto, stando alle indagini, gli agenti avrebbero trattenuto circa 50mila euro e anche una "pistola" nei loro blitz non verbalizzati o verbalizzati solo in parte.

Agli atti delle indagini, ci sono le dichiarazioni rilasciate al proprio legale da un cittadino della Guinea, arrestato lo scorso febbraio, il quale avrebbe spiegato che, rientrato a casa sua dopo un periodo in carcere, avrebbe "constatato l'ammanco" di circa 4mila euro. Un altro straniero avrebbe, invece, sostenuto davanti al Tribunale di Lodi che gli agenti gli avevano sequestrato 6mila euro e non 1470 euro come da verbale.

Inoltre, il 30 agosto 2012 sarebbe arrivata in Procura da un carcere una denuncia "manoscritta" di un detenuto senegalese che raccontava che in occasione del suo arresto "agenti della Polfer di Lambrate" gli avevano preso 6mila euro e un cellulare. Tuttavia, scrivono i pm, "dagli atti acquisiti non risulta che nel corso delle perquisizioni effettuate (...) siano state rinvenute somme di denaro".

Il 14 novembre 2012, poi, l'avvocato Debora Piazza ha presentato "un seguito all'esposto del 12 ottobre": il legale ha parlato della vicenda di un marocchino "fermato, ammanettato e perquisito" assieme a un connazionale, e a cui sarebbero stati sottratti 6 mila euro. Lo stesso marocchino avrebbe raccontato che "in altra occasione - si legge nel decreto - gli agenti della Polfer erano entrati in casa sua sottraendogli 50 grammi di cocaina e 4mila euro".

In nessun caso "gli atti di pg sono stati verbalizzati". Per dare credibilità al racconto, scrivono i pm, il marocchino "tramite il difensore, consegnava una manetta effettivamente in uso alla Polizia di Stato", che "aveva ai polsi quando era riuscito a darsi alla fuga". In più, una giovane marocchina, sentita nel giugno del 2013 dai carabinieri della sezione pg, aveva riferito che nel corso del suo arresto del marzo scorso "ad opera della Polfer di Lambrate gli sono stati sottratti dall'autovettura, utilizzata dal compagno per il trasporto di stupefacente, la somma di euro 30mila, di cui solo 5mila sono stati verbalizzati come sequestrati". E, infine, in una annotazione di pg del maggio scorso si legge che due degli indagati si sarebbero anche "impossessati di una pistola, modello Magnum a canna corta e relativo munizionamento" ritrovata casualmente.

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