Pre-saldi a Milano, insuccesso: pochissimi commercianti abbassano i prezzi

I primi giorni di "pre-saldi" leciti a Milano (e in tutta la Lombardia) sembrano essere un sostanziale flop. Se in generale i commercianti avevano salutato con favore, con Renato Borghi, la legge regionale che sospende il divieto di vendite promozionali un mese prima dei saldi veri e propri, i rappresentanti dei marchi di lusso avevano storto il naso, lamentando come la loro clientela (soprattutto straniera) si era già organizzata per venire a Milano a luglio.

Ma all'atto pratico non solo nel Quadrilatero i saldi non sono iniziati. L'opportunità di effettuare da subito i ribassi non è stata còlta nemmeno in Buenos Aires o in corso Lodi. Per Gaetano Bianchi, che coordina alcuni commercianti, "chi ha deciso il provvedimento non conosce la nostra realtà: ci metteranno in ginocchio". Secondo Bianchi, diversi commercianti preferiscono aspettare di vedere cosa faranno gli altri.

E i dati del Codacons dicono che (rispetto al primo giorno di saldi estivi dell'anno scorso) l'afflusso di gente è stato inferiore del 75% e le vendite sono state inferiori del 70%. A dire il vero, però, il confronto è difficile per due motivi: primo, perché appunto moltissimi negozianti non hanno iniziato i ribassi; secondo, perché occorre capire quanti consumatori sapessero di questa opportunità.

Facendo un giro nel Quadrilatero, commessi e direttori di negozio confermano di non avere ricevuto indicazioni dall'alto sui ribassi. Qualcuno era stato messo sull'allerta qualche settimana fa, ma poi nessuna svendita promozionale in vista. "Dovremmo già fare i saldi estivi quando non è ancora iniziata l'estate?", si chiede ad esempio una commesa facendo notare che le famiglie milanesi cominciano ad acquistare proprio in questo periodo, con la fine dell'anno scolastico, e che i clienti stranieri hanno già programmato il viaggio a Milano per luglio.