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Cronaca

Davanti al Pirellone per difendere l'acqua pubblica. Anche Boeri tra i manifestanti

Cittadini, politici e sindaci in presidio contro il progetto di legge regionale per attuare la privatizzazione dell'acqua. Boeri tra il pubblico: "L'acqua milanese è buona e viene gestita bene, non va data ai privati"

Centinaia di persone hanno partecipato al presidio di questa mattina davanti al Pirellone a difesa dell’acqua pubblica. La manifestazione trae origine dal progetto di legge regionale che la giunta lombarda sta portando avanti in attuazione della “Legge Ronchi”, che permetterebbe la privatizzazione della gestione delle reti idriche.

La legge regionale, se approvata, anticiperebbe il referendum nazionale contro la Legge 166/2009 che sancisce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. I comitati a favore del referendum hanno già raccolto e depositato 1 milione e 400mila firme, di cui 237mila in Lombardia.
“Ci hanno detto – ha dichiarato Chiara Cremonesi, consigliere regionale SeL – che questa legge regionale è un atto dovuto per adeguare la nostra normativa alla Legge Ronchi entro l’anno. Ma non è vero: sei regioni hanno invece risposto con un ricorso alla Corte Costituzionale, altre ancora hanno chiesto la moratoria della Legge Ronchi. La Lombardia poteva alzare la voce. Noi di SeL sosterremo in consiglio regionale gli emendamenti proposti dal comitato”.

Il problema è comunque complesso. Da una parte, le normative comunitarie permettono all’ente pubblico di affidare alla gestione pubblica un servizio, ma solo in casistiche determinate e rigide. Dall’altra, la gestione pubblica dell’acqua in Italia porta spesso a sprechi enormi di un bene che tutti concordano nel definire prezioso. Secondo il ministro Ronchi, la dispersione idrica media italiana è del 30% contro il 7% tedesco, e questo avrebbe un costo, per i cittadini, di 2,5 miliardi di euro all’anno.

Presidio per l'acqua pubblica



Forse questo è ben presente in Onorio Rosati, della Cgil milanese, che dal palco ha sostenuto che “il settore pubblico, in Lombardia, ha dimostrato di saper gestire bene l’acqua”. E Massimo Gatti, consigliere provinciale della sinistra radicale, ha continuato: “dobbiamo fermare questo progetto che vuole che il 40% delle risorse idriche regionali sia gestito dagli amici degli amici. Dobbiamo fermarli in regione e anche in provincia, dove c’è Podestà, che nel suo nome ha un solo obiettivo, obbedire ai poteri forti”. Ma Gatti ha anche precisato: “La grande acqua di cui noi vogliamo dare l’esempio è gestita da una società pubblica unica, a livello macro, per non perdere di vista il rischio degli sprechi, e soprattutto con un consiglio d’amministrazione composto anche da sindaci di diversi Comuni, perché la voce che prevale dev’essere quella di chi è più vicino ai cittadini”.

Infine Basilio Rizzo, consigliere comunale della lista Uniti con Dario Fo: “vi porto una buona notizia. Ieri i dirigenti della Metropolitana Milanese, cioè l’azienda che gestisce l’acqua a Milano, ci hanno detto che Milano non ha intenzione di mettere in vendita l’acqua, perché la gestione attuale funziona bene”.

Non ha parlato, ma era presente tra la gente, Stefano Boeri, uno dei candidati alle primarie di centrosinistra per il sindaco. A MilanoToday ha dichiarato: “sono qui perché il tema dell’acqua è una parte centrale del mio programma. Ho già incontrato i lavoratori di MM che sono preoccupati di questa possibile esternalizzazione, e credo che l’acqua pubblica a Milano vada difesa non solo perché di buona qualità, ma anche perché costa un sesto di quella di Parigi, un ottavo di quella di Berlino e la metà della media nazionale. Ho anche proposto che si costruiscano cento case dell’acqua, che costano 10mila euro l’una, ammortizzabili se si considera il risparmio sul riciclo della plastica”.

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