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Cronaca

L'uomo a processo per un incredibile scambio di persona: l'accusato era il suo gemello (identico a lui)

Un 35enne residente nel Milanese è stato processato con le accuse di spaccio e lesioni dopo che un 20enne è finito in coma per una dosa di cocaina. Ma il pusher era suo fratello gemello

Una dose di eroina, venduta da un pusher nordafricano, aveva fatto finire in coma un 20enne di Rimini e le indagini avevano permesso di risalire al venditore dello stupefacente, così finito a processo per spaccio e lesioni proprio nella città romagnola. In realtà, però, quell'uomo sul banco degli imputati era il gemello "buono". Uno scambio di persona in piena regola che è emerso solo durante il processo che ha permesso di far venire a galla la verità, certificando che la droga era stata venduta dal fratello "cattivo". 

La vicenda inizia nel 2020 quando, in ospedale, arriva un giovane in overdose che finisce in coma. Come da prassi vengono allertate le forze dell'ordine che fanno partire l'inchiesta dalla quale emerge che l'eroina era stata tagliata con una sostanza tossica. Mentre il 20enne si riprende e fa il nome del venditore, fornendo i suoi numeri di telefono, di pari passo procedono le indagini con gli inquirenti che risalgono a un 35enne nordafricano residente nel Milanese risultato essere l'intestatario delle sim.

Rintracciato dagli investigatori, l'uomo sostiene di non sapere nulla né della droga né dell'overdose ma, davanti agli indizi schiaccianti, viene comunque incriminato. Il presunto pusher spiega da subito che il colpevole è suo fratello gemello omozigote, in tutto e per tutto identico a lui. Mentre il fratello "buono" lavora regolarmente in Italia, quello "cattivo" è irregolare e ha scelto la strada del crimine. Di fatto lo spacciatore, approfittando della situazione, aveva rubato l'identità del fratello. 

Nel frattempo è però iniziato il processo al gemello "sbagliato". Nel corso del dibattimento, la difesa è riuscita a smontare le accuse dimostrando come all'epoca dei fatti quello "buono" non si trovasse nemmeno a Rimini. Il tutto è valso al 35enne l'assoluzione piena con gli atti che sono stati trasmessi alla Procura affinché possa valutare eventuali accuse al fratello "cattivo".

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