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Cronaca

Imputato introvabile, processo sospeso

La decisione

Processo sospeso finché non è certo che l'imputato sappia che ha un procedimento giudiziario in corso a suo carico. Lo ha stabilito il giudice di Milano Guido Salvini con una ordinanza destinata a "far scuola" sia per l'originale visione garantista sia perché è probabile che, di casi simili, ce ne siano in realtà parecchi.

La vicenda, riferita da Repubblica, riguarda un algerino di 29 anni a processo per possesso di banconote false. E' senza fissa dimora e domiciliato - come si usa fare - presso lo studio del suo avvocato d'ufficio, con cui non ha mai avuto nemmeno un incontro. Nessuno sa dove si trovi realmente il 29enne, dunque il giudice ritiene che non vi sia la prova che l'imputato sia a conoscenza del processo e della celebrazione delle udienze.

Risultato, udienze sospese finché le forze dell'ordine non avranno rintracciato l'imputato. Naturalmente si sospende anche la prescrizione, che altrimenti "veleggerebbe" fino a portare al non luogo a procedere.

Visto il numero dei senza fissa dimora in città, è possibile che questo non sia un caso isolato. Stranieri accusati di piccoli reati che non sono reperibili effettivamente: di solito funziona in modo diverso, ovvero quando viene nominato un difensore d'ufficio si presume che l'imputato sia a conoscenza, da lì in poi, di tutto quanto riguarda il processo, ma c'è una sentenza della Cassazione (riferisce sempre Repubblica), di gennaio 2017, che sancisce che la semplice elezione di domicilio presso l'avvocato d'ufficio non basti a provare la conoscenza del processo e della sua evoluzione.

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