Rave party in Darsena, il caso finisce in procura a Milano. De Corato: "Presenterò un esposto"
Nel frattempo ristoratori e baristi hanno proposto di "privatizzare" una delle zone più caratteristiche di Milano
Finirà sulle scrivanie dei magistrati il caso del rave party in Darsena, parola di Riccardo De Corato, consigliere comunale di Fratelli d'Italia.
Secondo l'ex vicesindaco di Milano si sarebbero potute installare delle barriere all'ingresso della zona della movida per contingentare gli ingressi. "Presenterò un esposto alla Procura della Repubblica di Milano per segnalare che come è stato fatto per domenica scorsa e come sarà fatto anche per il prossimo fine settimana, si sarebbe potuto fare anche sabato 27 febbraio evitando così i prevedibili ammassamenti e, persino, il rave party che hanno avuto luogo in Darsena — ha dichiarato De Corato in una nota —. Qualcuno dovrà rispondere alla Magistratura per i mancati interventi e per gli assembramenti".
"Mi domando — ha proseguito il consigliere comunale — come mai il dispositivo di sicurezza per l'area Darsena-Navigli, che il Comitato Sicurezza riunito in Prefettura oggi ha deciso di mantenere anche per il prossimo fine settimana, è stato attivato solo domenica 28, dopo gli assembramenti, e non il giorno prima".
"Privatizzare" Darsena e Navigli: l'idea di baristi e ristoratori
Nel frattempo baristi e ristoratori hanno avanzato l'idea di "privatizzare" una parte delle più belle zone di Milano. Gli imprenditori, attraverso il rappresentante del distretto del Commercio dei Navigli, Michele Berterame, hanno proposto di chiudere l'area con delle transenne e far accedere solo chi ha prenotato in un locale.