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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Stazione Centrale / Piazza Duca D'Aosta

Profughi in Centrale: 1.300 accolti nella notte. Centinaia di milanesi aiutano

La situazione: il comune apre l'ex Cie di via Corelli e punta ad aumentare i posti di almeno 300 unità

I profughi e i migranti che hanno dormito nelle strutture sono stati 1.300 nella notte tra domenica e lunedì. Lo rende noto il comune di Milano. Le strutture impiegate sono state otto: l'ex Cie di via Corelli, due locali della Fondazione Progetto Arca in via Aldini e via Mambretti, la Caritas - Farsi Prossimo in via Salerio, un centinaio di tende aggiuntive da parte della Croce Rossa a Bresso, i Fratelli di San Francesco in via Betti e via Saponaro, i City Angels in via Martinelli e via Pollini.

Nella giornata di domenica sono state registrate 464 persone, di cui 141 membri di famiglie con minori (di nazionalità siriana, etiope ed eritrea) e 322 singoli tra siriani, etiopi, eritrei e di altre nazionalità. Le registrazioni sono avvenute nei due locali commerciali vuoti della Galleria delle Carrozze, reperiti sabato in tardo pomeriggio dopo una giornata di polemiche infinite, ma anche di mobilitazione spontanea di centinaia di milanesi che hanno voluto dare una mano.

Si lavora per aggiungere 300 posti in via Corelli, oltre ai 200 già presenti. Intanto il premier Matteo Renzi sta pensando al "piano B" per trovare una soluzione, visto che i profughi continuano ad arrivare ma l'Europa non li accoglie oltre frontiera. Secondo l'assessore al welfare Pierfrancesco Majorino ci sono due strumenti che possono essere messi in atto subito: la cosiddetta "protezione temporanea" (direttiva 55/2001), che dura un anno e può riguardare i siriani (le due condizioni sono l'afflusso massiccio e la provenienza da zone di guerra), e misure straordinarie di accoglienza in caso di eventi eccezionali, previste dall'articolo 20 del Testo Unico sull'immigrazione.

E in tre giorni e mezzo, al presidio sanitario sono state visitate 170 persone. Tra gli eritrei diffuse le malattie della pelle (fra cui la scabbia), per i siriani malori vari dovuti a "stress da guerra".

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