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Cronaca Pieve Emanuele

Immigrazione, nelle prossime settimane "altri 8mila arrivi in Lombardia"

Nuovi arrivi in Lombardia a Pieve Emanuele. Mauri (Pd): "Vanno distribuiti meglio". Polemica per "l'accoglienza" del residence Ripamonti. "Lo fanno per ripianare bilancio, ogni profugo vale 46 euro al giorno"

In Italia la stima è che arriveranno 50mila profughi, di questi ottomila in Lombardia. A fare la stima è Giuseppe Milone, presidente della commissione Sicurezza della Provincia di Milano, per il suo 'doppio ruolo' al centro delle critiche del Pd che chiede un tavolo con Comuni, Regione e Provincia sulla collocazione dei rifugiati libici. Milone è infatti anche il direttore del Residence Ripamonti di Pieve Emanuele che ospita oltre 300 dei 1.200 profughi arrivati in Lombardia.

"Il residence di proprietà del gruppo Ligresti - ha detto Matteo Mauri, il capogruppo del Partito Democratico in Provincia - è in rosso da molto tempo.  E così vede la possibilità di uscire da un passivo di 1,6 milioni di euro".

Per ogni rifugiato, infatti, vengono pagati 46 euro al giorno, il che in un mese ammonta per i soli ospiti di Pieve (inizialmente 420 ora 320) ad almeno 440 mila euro. "La soluzione del problema profughi - ha aggiunto Mauri in conferenza stampa con alcuni sindaci della zona - non può essere risolto dal rosso di bilancio di qualche albergatore. E se è amico degli amici è ancora più inaccettabile". Anche da questo nasce la richiesta di un tavolo e del coinvolgimento dei Comuni. Milone, che è vicepresidente di Rescasa Lombardia, ha parlato di una "polemica fuoriluogo". "Chi ospita i profughi contro un equo pagamento - ha detto - non può essere tacciato di affarismo. Sono imprese private, volete che lo facciano gratis?". E ha aggiunto che il residence ha accettato i profughi su richiesta della Regione e che non ne accetterà più altri, certamente nessuno dei 200 in arrivo in Lombardia.

Il Pd è partito all'attacco della Regione che, lasciando la questione in mano al rappresentante della Protezione civile, se ne è "lavata le mani". E ha annunciato a breve una interrogazione in Parlamento e una in Consiglio regionale. "Siamo preoccupati - ha detto il sindaco di Lachiarella Luigi Acerbi - che si lavori per accentuare i problemi anziché per risolverli". Il riferimento è alla manifestazione di protesta indetta per oggi (e poi cancellata dopo un incontro col prefetto) fra Opera e Pieve Emanuele, dove il sindaco ha anche minacciato le dimissioni se i rifugiati, arrivati a metà maggio, non saranno redistribuiti. Per risolvere i problemi, secondo i sindaci del Pd della zona, serve un tavolo che decida i criteri della distribuzione (una delle proposte è che i Comuni ne prendano in base al numero dei loro abitanti, uno ogni seimila). "Noi siamo disponibili a farci carico di un numero adeguato ma - ha detto il sindaco di Rozzano Massimo D'Avolio - chiediamo che ci sia il coordinamento di un tavolo politico".

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