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Cronaca Pieve Emanuele

«O io, o i profughi». L'aut aut del sindaco di Pieve: «Ne abbiamo troppi»

Il sindaco di Pieve Emanuele, Rocco Pinto, si dimetterà se entro il 10 giugno non saranno distribuiti in tutta la Lombardia gli oltre 300 profughi libici ospitati nella cittadina del Milanese

Il sindaco di Pieve Emanuele, Rocco Pinto, si dimetterà se entro il 10 giugno non saranno distribuiti in tutta la Lombardia gli oltre 300 profughi libici ospitati nella cittadina del milanese. A Pieve sono arrivati più di 400 profughi a metà maggio. Da allora "lo smaltimento nel territorio regionale - ha spiegato Pinto, che guida una giunta di centrodestra - va a rilento.

O risolvono il problema o do le dimissioni. Una presenza così non é più tollerabile e se ne arrivassero altri sarebbe un macello". Il sindaco ha detto di sentirsi solo: "Le istituzioni da Roma a Milano - ha aggiunto - le ritengo assenti". Da qui la decisione di minacciare le dimissioni, che ha fatto scattare la solidarietà del sindaco leghista di Opera, Ettore Fusco pronto anche a manifestare.

"Dobbiamo manifestare insieme - ha osservato Fusco - e far sentire le proteste popolari, la voce imponente dei sindaci del Sud Milano che non può restare solo quella dolente di Rocco Pinto, il primo cittadino del Comune più colpito dall'arroganza delle istituzioni, a cui diamo la piena solidarietà di Opera". "Non dobbiamo fare una lotta per non averli - ha concluso Pinto -. Sono esseri umani. Però si potrebbe prenderne uno ogni seimila abitanti: così a Pieve, che ne ha meno di 16 mila, potrebbero essercene 2, 3, anche 5 ma non 400".

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