Trasportavano i profughi siriani da Milano verso il Nord Europa

Dopo lunghissime ore di viaggio arrivavano a destinazione. Scendevano dalle auto o dai furgoni nei quali erano rimasti nascosti per tutto il tragitto, con la speranza di trovare quello spazio sereno e prosperoso che sognavano quando avevano lasciato la Siria. Ringraziavano il 'chauffeur' e si allontanavano.

Meta di questi viaggi della disperazione, i paesi sviluppati del Nord Europa, impossibili da raggiungere via mare ma non via terra. Ed è lì, in quel tragitto di strada dall'Italia verso gli altri Stati europei, che è nata una rete di trafficanti di essere umani in grado di fare da ponte illegale.

350-400 euro a testa. Era questa la cifra che domandavano a quei profughi disperati che dalla Siria, una volta arrivati a Milano, volevano raggiungere il cuore del continente.

La Squadra mobile di Milano, guidata dal dottor Alessandro Giuliano ha smantellato una 'banda' di 11 elementi. Per 9 di loro la Procura della Repubblica ha emesso un provvedimento di fermo: si tratta di 5 italiani, 2 egiziani, 1 siriano ed 1 marocchino. Altri due italiani erano stati fermati il 18 novembre, sull’Autostrada A22 del Brennero in direzione nord, all’altezza della barriera autostradale di Vipiteno (BZ), mentre trasportavano 11 siriani.

L'accusa per tutti è quella del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato in concorso. Le indagini hanno evidenziato una suddivisione dei ruoli tra gli indagati: c'era chi reclutava i clandestini da trasportare, chi contrattava il prezzo del viaggio, chi procacciava i veicoli da usare e chi materialmente trasportava i clandestini ('passeur').

Tra l’11 ed il 20 novembre sono stati documentati 6 viaggi. I 'passeggeri', 37 in tutto, erano siriani ospitati presso il centro di accoglienza di via Novara. Il raduno avveniva o nell’area antistante la stazione Centrale o nella fermata di Molino Dorino. E poi via verso l'Europa che, economicamente, conta.