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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L'uomo che faceva proselitismo per l'Isis nelle carceri

Si è definito "terrorista" e ha esaltato attentati come quello alle Torri Gemelle

È stato arrestato con l'accusa di associazione terroristica e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo per aver fatto proselitismo a favore dell'Isis all'interno di circa una decina di carceri italiane. Protagonista un 35enne marocchino che avrebbe esaltato attentati terroristici come quello alle Torri Gemelle e quello contro Charlie Hébdo, minacciando e usando violenza contro altri detenuti.

L'uomo, Raduan Lafsahi, avrebbe anche affermato di essere un "terrorista", definendo gli italiani "dei maiali" e affermando che li avrebbe "uccisi tutti tagliandogli la gola, cavandogli gli occhi e facendo la guerra". All'esito delle indagini dei pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbis, il 35enne ha ricevuto un'ordinanza cautelare nel carcere di Paola (Cosenza) dove si trova al momento.

In base a una ricostruzione del pool antiterrorismo di Milano e degli agenti del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, lo straniero avrebbe cominciato con la sua attività per raccogliere proseliti dell'Isis già quando si trovava nel carcere di Como, dal 2015 al 2017. Poi, avrebbe proseguito anche successivamente, mentre si trovava detenuto, per reati come rapine e spaccio, nelle strutture di Pavia, Torino, Potenza, Agrigento, Palermo, Catania, Messina, Catanzaro.

All'interno delle prigioni l'uomo avrebbe provato a radicalizzare gli altri detenuti a colpi di intimidazioni e minacce. La sua "fede nel radicalismo islamico - hanno infatti chiarito gli inquirenti - lo legittimava, a suo dire, a comportarsi così, come un violento fanatico". Gli atteggiamenti aggressivi erano rivolti anche agli agenti di penitenziaria che l'arrestato avrebbe più volte messo in guardia, dicendosi pronto a "tagliare la gola agli italiani".

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