Si protesta ancora per salvare il monumentale glicine: "Basta poco"
La manifestazione sabato pomeriggio ai giardini Lea Garofalo
Non si arrendono i milanesi che vogliono salvare i grandi tigli e il monumentale glicine di piazzale Baiamonti dal progetto per realizzare la piramide dello studio Herzog che ospiterà il museo della Resistenza. Sabato pomeriggio un'altra protesta per dire 'no' al taglio è andata in scena, dalle 18, ai giardini Lea Garofalo.
Il presidio era intitolato 'give trees a chance', 'date una possibilità agli alberi, nome ispirato al verso di John Lennon 'give peace a chance' (date una possibilità alla pace'). Presenti le associazioni Giardini in Transito e Baiamonti Verde Comune, oltre ai consiglieri comunali Carlo Monguzzi (Europa Vede), Alessandro Giungi (Pd), Marco Fumagalli (Lista Sala) e all'assessore al Verde del Municipio 1 Lorenzo Pacini (Pd).
Alcuni dei partecipanti hanno chiesto che il progetto venga parzialmente rivisto per consentire a piante e museo di convivere e accontentando così gli abitanti del quartiere, che non sono disposti a rinunciare all'ultimo angolo di verde rimasto. Altri, più radicali, hanno fatto notare come in città vi siano sedi più consone a ospitare il grande edificio.
"Basta poco, una piccola modifica di progetto - le parole di Monguzzi a MilanoToday -. Non stiamo parlando di togliere un motore a un razzo che va su Plutone, ma magari di mettere una stanza in un altro modo. È necessario, come abbiamo più volte chiesto, che sindaco e ministro si parlino, sarebbe tutto senza costi perché noi abbiamo architetti che lavorerebbero gratis. È incredibile come non si possa risolvere una cosa così facile come la coesistenza del museo della Resistenza col glicine e i tigli".
La battaglia per salvare gli alberi e il glicine vede schierati più di 50mila milanesi, che avevano firmato una petizione su change.org, alcune sezioni 'ribelli' di Anpi, i comici Giovanni Storti e Germano Lanzoni, il gruppo Elio e le storie tese e il presentatore Fabio Volo. Nonostante il loro numerosi appelli, però, il ministero della Cultura, il sindaco Beppe Sala e il presidente di Anpi Roberto Cenati si sono detti favorevoli all'abbattimento delle piante per fare spazio al museo della Resistenza.