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Cronaca San Siro

In migliaia per difendere il verde della Maura: "No al nuovo stadio"

La catena umana per protestare contro il progetto del Milan

"No al cemento sull'area verde della Maura. Inter e Milan vadano pure fuori città". Questo il messaggio al centro della protesta che si è svolta nel pomeriggio di domenica 19 marzo davanti all'ippodromo in via Lampugnano. Migliaia di persone tenendosi per mano hanno dato vita a una catena umana che proteggeva simbolicamente la zona verde.

Presenti all'iniziativa i consiglieri comunali Carlo Monguzzi (Verdi) ed Enrico Fedrighini (lista Sala), che l'avevano promossa. "3mila persone hanno urlato quello che noi diciamo da tempo: è inconcepibile una colata di cemento su un'area verde addirittura dentro il Parco Sud - ha detto Monguzzi a MilanoToday -. Abbiamo salvato 20 anni fa quell'area dagli appetiti di Ligresti, sarebbe assurdo che ora proprio la nostra giunta non facesse da baluardo ai fondi speculativi che vogliono distruggerla". 

VIDEO: La chilometrica catena umana contro il nuovo stadio

"Successo enorme la catena umana alla Maura per dire no allo stadio nel verde ippico: speravamo di avere 1300 persone per completare la catena, ne sono arrivate 3mila ed è stata una festa - il commento di Fedrighini - Non parlo di follower, di sigle di partito, di apparati organizzati: parlo di abitanti dei quartieri, cittadini comuni che hanno lottato negli anni per tutelare il verde di cintura urbana, pronti a scendere nuovamente in campo per difenderlo. La storia del progetto stadio alla Maura finisce oggi".

La catena umana

"Chiediamo con forza al sindaco - si leggeva qualche giorno fa in una nota degli organizzatori - di non aspettare il progetto del Milan, ma di dire no a priori, come chiede tutta la maggioranza del consiglio comunale e di municipio. Non è tollerabile alcuna colata di cemento in un'area dentro il parco Sud".

"La società finanziaria proprietaria del Milan - continuava a spiegare la comunicazione - intende presentare un progetto per realizzare un nuovo stadio nella pista Maura, in via Montale, a Lampugnano". Ciò significherebbe "più cemento, nuove strade e parcheggi, inquinamento, traffico, peggioramento dell'ambiente urbano, problemi di sicurezza per il flusso di tifosi attraverso strade e spazi aperti al quartiere. La devastazione del territorio per sempre".

"Perché non ristrutturare lo stadio Meazza esistente?", chiedevano gli organizzatori, interrogandosi anche su "chi ci guadagna a cementificare il verde ippico?". Domande che evidentemente sono condivise da moltissimi cittadini vista l'ampia partecipazione che ha avuto l'iniziativa per chiedere che il polmone verde della Maura non soffochi sotto l'ennesima colata di cemento.  

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