rotate-mobile
Il caso Uss

Nordio avvia provvedimento disciplinare per i giudici del caso Uss

"Grave e inescusabile negligenza". Così il ministero della giustizia, mentre scoppiano i gialli dei telefoni e del braccialetto. E Nordio giovedì riferisce alla Camera

Il ministero della giustizia ha avviato un procedimento disciplinare contro i giudici della Corte d'Appello di Milano per il caso di Artem Uss, l'imprenditore russo di 40 anni fuggito dagli arresti domiciliari il 22 marzo, il giorno dopo il decreto d'estradizione negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi vi era stato uno scambio di lettere tra il ministero e i giudici milanesi proprio riguardo la concessione dei domiciliari. Secondo quanto emerge, il ministero incolpa i giudici milanesi di "grave e inescusabile negligenza" per la concessione dei domiciliari, il 25 novembre 2022, con braccialetto elettronico, motivati con il fatto che Uss aveva una casa a Basiglio (acquistata dalla moglie e allora in ristrutturazione, tanto che la coppia ne ha presa un'altra in affitto) e una partecipazione societaria in un albergo sardo, e dunque non sarebbe fuggito dall'Italia, cosa che invece ha puntualmente fatto.

Il ministero ritiene, a posteriori, che da vari elementi si poteva capire un "elevato e concreto" pericolo di fuga. Tra l'altro i giudici milanesi non lo avevano escluso del tutto, ma avevano aggiunto che il braccialetto elettronico avrebbe contenuto questo pericolo. Intanto, il ministro della giustizia Carlo Nordio informerà in via urgente la Camera dei deputati sul caso Uss, durante la seduta di giovedì 20 aprile alle 14. In parlamento sono state depositate interrogazioni a Nordio (e anche al ministro dell'interno Matteo Piantedosi), la prima a firma di Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova (+Europa) il 7 aprile.

Ed è scoppiato un piccolo 'giallo' sul braccialetto elettronico. Secondo alcune informazioni diramate martedì, l'allarme collegato al braccialetto sarebbe scattato almeno 20 volte durante il periodo in cui Uss è rimasto ai domiciliari: l'ipotesi era di un malfunzionamento, ma Fastweb, la società che li produce, ha smentito seccamente questa ipotesi, affermando che "gli allarmi emessi dall'apparecchio indicherebbero la piena funzionalità del dispositivo nel segnalare alle forze dell'ordine l'allontanamento del braccialetto dal domicilio o possibili tentativi di manomissione".

I telefoni non sequestrati

Altro giallo, il mancato sequestro dei cellulari e del computer. Uss ha effettivamente iniziato la detenzione domiciliare il 2 dicembre, con il braccialetto privo di Gps. La procuratrice generale Francesca Nanni ha chiesto al procuratore di Milano Marcello Viola (e ottenuto martedì) la relazione con i chiarimenti da lei richiesti sul caso di Uss. Emerge così che, nei verbali d'arresto, era indicato anche il sequestro dei dispositivi elettronici, richiesto dagli Stati Uniti sulla base del trattato bilaterale tra Italia e Usa sulle estradizioni, ma il sequestro non è stato effettuato realmente. Quando Uss è uscito dal carcere, i dispositivi gli sono stati riconsegnati. Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti inviò all'ambasciata statunitense in Italia (il 19 dicembre) una rogatoria con cui chiedeva ancora il sequestro dei telefoni (e anche delle carte di credito). La rogatoria è stata trasmessa al ministero della giustizia il 12 gennaio ed è arrivata in procura, a Milano, il 17 febbraio, per essere eseguita il 13 marzo. Intanto, quindi, Uss è rimasto ai domiciliari per ben tre mesi e mezzo con cellulari e computer a sua disposizione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nordio avvia provvedimento disciplinare per i giudici del caso Uss

MilanoToday è in caricamento