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Cronaca Musocco / Via Gallarate

Il sexy bar si fa pubblicità col Lato B in mostra: gonfaloni rimossi

Accordata la richiesta del comune di Milano

Il comune di Milano contro le pubblicità che utilizzano il corpo femminile. Due i casi già noti: le polemiche sul manifesto di Belen Rodriguez in corso Buenos Aires (qualcuno aveva addirittura additato l'argentina come "causa involontaria" di incidenti stradali), ma anche su un succo di frutta promosso attraverso un "lato B" che molti s'erano chiesti che cosa c'entrasse. 

Ora il "bersaglio" è stato la pubblicità del Pepenero, un sexy bar che aveva scelto, per pubblicizzarsi, una ragazza ritratta col fondoschiena ben visibile, salvo un sottile perizoma. In questo caso, a onor del vero, il "collegamento" tra immagine e messaggio c'è. Ma il comune ha chiesto di ritirare il manifesto, dopo una segnalazione dell'istituto di autodisciplina pubblicitaria e in forza della delibera (approvata a giugno 2013) contro i messaggi pubblicitari discriminatori o lesivi della dignità.

La delibera in realtà riguarda solo gli spazi pubblicitari del comune e delle società partecipate, ma la collaborazione tra Palazzo Marino e l'istituto di autodisciplina funziona anche negli spazi gestiti da privati. Anche perché l'80% dei concessionari privati è socio dell'istituto.

Dal comune di Milano smentiscono che si voglia "censurare" alcunché. Il vicesindaco Lucia De Cesaris afferma che l'obiettivo è eliminare "ciò che è inutilmente offensivo", puntando il dito non tanto sul corpo ma sulla modalità con cui viene usato: "Può essere offensiva o volgare per chi riceve il messaggio". E per Francesca Zajczyk, sociologa e delegata del sindaco per le pari opportunità, "madre" della delibera, le immagini in questione "banalizzano il corpo della donna, ridotto a oggetto".

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