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Martedì, 3 Ottobre 2023
Cronaca

La raccolta fondi per i ghisa indagati per aver manganellato una trans

Il gesto del sindacato Siulp: "Non possiamo consentire che vengano additati come mostri"

Al fianco dei colleghi. Il sindaco di polizia locale Sulpl Milano ha aperto una raccolta fondi a favore dei colleghi indagati per aver colpito con un manganello una transessuale che stavano cercando di fermare e che in quel momento era a terra inoffensiva. La sigla ha aperto appositamente un conto corrente per le spese legali e a breve farà partire anche una raccolta online sulla piattaforma GoFundMe.

"Non possiamo consentire che degli Operatori di polizia nell'adempimento del proprio dovere d'ufficio vengano additati come mostri e condannati a priori", ha spiegato il segretario milanese e lombardo Daniele Vincini. Il sindacato ha messo a disposizione i propri legali e attivato la tutela assicurativa sulla responsabilità civile "ma questo non basterà in quanto le spese che si dovranno sostenere saranno sicuramente ingenti". Motivo per cui i ghisa hanno lanciato il comitato “Sosteniamo gli agenti" e aperto il conto corrente.

Tutto era successo lo scorso 24 maggio in via Sarfatti e i ghisa vennero ripresi mentre aggredivano la transessuale brasiliana Bruna, 41enne. Per due degli agenti sono anche stati aperti procedimenti disciplinari in cui vengono contestati comportamenti gravemente "scorretti", che hanno "arrecato un danno al corpo dei vigili"

Ai due vigili, come si legge nel provvedimento del Comune di Milano, viene contestato di essersi recati sul luogo dell'intervento "senza informare la centrale operativa" e ricevere la necessaria "autorizzazione". Ma, cosa ben più grave, uno dei due agenti è accusato di aver "utilizzato in più frangenti il bastone distanziatore, strumento di autodifesa in dotazione individuale, colpendo con lo stesso il fermato in diverse parti del corpo, tra cui il capo, e ciò nonostante nell'insegnamento impartito al personale in occasione dei corsi di tecniche operative, siano individuati come vietati i colpi alla testa".

Al ghisa, pertanto, viene contestata la violazione delle norme per l'utilizzo del manganello e le regole che impongono ai membri della polizia locale di tenere un comportamento "corretto e irreprensibile, operando con senso di responsabilità". Il suo atteggiamento viene definito da Palazzo Marino, che ha preso visione delle immagini che hanno immortalato i il pestaggio, come "gravemente scorretto" e tale da causare "danno al decoro del corpo della polizia locale e dell'amministrazione comunale". Al secondo vigile, invece, viene addebitato solo il fatto, giudicato comunque come "gravemente scorretto", di essersi recato sul luogo dell'intervento per identificare Bruna senza avvisare la centrale operativa, che veniva a conoscenza dello spostamento dei due agenti solo a cose fatte.

Dalla Locale avevano ricostruito che la 41enne stava molestando alcune famiglie fuori da una scuola al parco Trotter e per questo era stata fermata. Durante il viaggio - sempre stando alla versione dei ghisa - la trans aveva aggredito i vigili che quindi l'avevano fermata con modi rudi. La vittima, invece, ha sempre sostenuto di non aver avuto modi aggressivi e, soprattutto, di non aver molestato nessuno. 

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