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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ragazza condannata per unico caso Blue Whale a Milano

La vittima una dodicenne di Palermo

Una ragazza di 25 anni è stata condannata a un anno e mezzo, con pena sospesa e non menzione, per l'unico caso milanese di Blue Whale. A deciderlo mercoledì 19 maggio il giudice monocratico della nona sezione penale del Tribunale di Milano, Angela Martone.

L'imputata ha risposto delle accuse di atti persecutori e violenza privata aggravati per essersi spacciata per 'curatore' durante la cosiddetta 'Blue Whale Challenge' e aver costretto una ragazzina di Palermo, che all'epoca dei fatti aveva 12 anni, a tagliarsi in diversi punti del corpo e poi a inviarle le foto delle ferite su Facebook e Instagram, come primo livello delle 50 perverse 'prove di coraggio'. Il temibile 'gioco' attraverso le challange stabilite da un 'curatore' sarebbe arrivato anche a spingere al suicidio i più giovani. 

L'imputata dietro minacce di morte avrebbe costretto la ragazzina, ora 14enne, a infliggersi delle ferite, immortalarle con degli scatti e poi a inviarglieli. La ragazza era stata iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, dopo che la polizia postale le aveva sequestrato computer e cellulare. Il contatto con la vittima, così come lo scambio di fotografie, sarebbe avvenuto su Instagram. Il giudizio è il primo a Milano dei casi associati alla sfida 'Blue Whale'.

In città nel 2017 erano quattro gli episodi forse riconducibili alla 'Balena blu' che avevano preoccupato. All'epoca, il procuratore aveva raccontato che episodi inquietanti erano stati riferiti dalle scuole e non dai genitori. 

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