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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sara e Hanan, morte nel campo di mais. Sentito uno degli amici: "Siamo scappati per paura"

I carabinieri hanno identificato i due amici delle ragazze. Uno di loro è stato sentito a lungo dagli investigatori

Il trentacinquenne collocato dai carabinieri nel campo di mais di San Giuliano Milanese dove hanno trovato la morte - ormai è certo, investite entrambe da una macchina spargi-diserbanti - le marocchine Hanan Nekhla e Sara El Jaafari ha confermato la sua presenza e anche le altre risultanze investigative fin qui ricostruite. E' stato sentito a lungo. Ha spiegato che non era la prima volta che il quartetto si avventurava tra quei campi, "area vasta" dello spaccio di droga espulso dal boschetto di Rogoredo.

E ha confermato che l'incontro era nato nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, quando Sara e i due giovani erano andati a Lonate Pozzolo a prendere Hanan, ospite di un'amica, invitandola ad andare con loro tra i campi del Sud Milano. I carabinieri sono arrivati ai due ragazzi partendo dai cellulari abbandonati sul posto: senza sim ma con messaggi memorizzati che hanno permesso di ricostruire sia l'identità degli accompagnatori delle vittime sia, almeno in parte, il possibile motivo della loro presenza a San Giuliano: l'appuntamento con uno spacciatore e poi una notte tra amici con cocaina da fumare in mezzo a fusti alti quattro metri. 

Entrambe morte investite

E proprio l'altezza dei fusti, secondo le prove sul campo effettuate con il mezzo spargi-diserbante, avrebbe reso impossibile al ventottenne di Lacchiarella alla guida del mezzo vedere il gruppo di persone a terra, mentre lo conduceva e spruzzava il pesticida. L'uomo è stato indagato per omicidio colposo come atto dovuto. Le "maglie" laterali sarebbero state fatali per entrambe le giovani, Sara morta più rapidamente e Hanan dissanguata (lo confermerebbe il primo esito dell'autopsia) e non, come si era ipotizzato in un primo momento, intossicata dal diserbante. Proprio Hanan ha fatto in tempo a telefonare per chiedere aiuto al 112, descrivendo solo vagamente la località e parlando ripetutamente di "Rogoredo" con l'operatore. 

Il ragazzo, sentito dagli investigatori, ha spiegato che i due avevano sentito dei rumori e si erano svegliati, spaventati, pensando a scappare per l'imminente pericolo. Le due ragazze non hanno invece avuto alcuno scampo. Ha detto di essere sparito dalla circolazione perché irregolare in Italia e con alcuni precedenti, proprio come il quarto amico (un ventenne), che non è stato ancora rintracciato ma si sa chi sia. Ora la sua posizione è al vaglio della procura di Lodi. 

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